C’È UN BELLA pubblicità di Trenitalia, che se non sbaglio, dice: «Noi uniamo l’Italia». È vera non solo perché la storia del treno è legata alla storia del nostro Paese ma anche perché spesso ne rappresenta i momenti migliori.
È una storia anche politica non solo del progresso tecnologico, dai tempi in cui papa Gregorio XVI definì il treno «un’opera del demonio» al punto che nella Bologna papalina evitavano di usare quel nome, treno, quando ormai nelle altre parti della penisola il treno correva da tempo. Solo a metà dell’Ottocento l’ingegner Pancaldi azzardò una conferenza, ma notare la prudenza nel titolo, sull’«Idea di un progetto di una supposta strada ferrata a Bologna». Poi il destino ha reso questa città lo snodo di tutti i vagoni d’Italia. Oggi comincia un’epoca nuova e dunque ci permettiamo un po’ di retorica che è quel di più che ha una sua legittimità se è accanto alle grandi cose. Oggi parte il primo treno privato, che si chiama simpaticamente Italo e che mette fine a 107 anni di monopolio di Stato. È il primo caso in Europa e quel che più rallegra è che attorno al nuovo treno si è ritrovata l’Italia migliore, quella che vorremmo sempre, che c’è ma spesso si perde, quella che dimentica le divisioni e che si nutre dell’entusiasmo, che sanno dare le buone idee.

È UN PROGETTO che è nato ai tempi del governo Prodi, che poi Berlusconi ha sostenuto con convinzione e sul quale i sindacati hanno elaborato nuove forme di rapporti di lavoro consentendo a mille giovani, anche macchinisti, di trovare un’occupazione a tempo indeterminato, ai quali si aggiungono altri mille lavoratori e l’indotto. Tutti con buoni stipendi agganciati anche ai risultati. Italo è il classico caso del «se vogliano ce la facciamo» e nulla di più ci serve in giorni in cui la speranza e le certezze vacillano. La famosa Littorina realizzata nel 1928 era il treno più veloce del mondo, nel ’92 fu completata la Direttissima Firenze-Roma, che è stato il primo Tav d’Europa, poi ci siamo impantanati nella vergogna della Val Susa. E oggi con gioia salutiamo il primo treno privato che attraverserà l’Italia, in una gara fra belli, con i treni di Trenitalia. Una concorrenza, che farà sicuramente bene alla qualità e al prezzo del biglietto. Perciò Italo oltre che a rappresentare il nuovo è un segnale di buon auspicio.