UN FAMOSO banchiere mi dice con orgoglio che ora è un piacere andare all’estero perché ti accorgi che in certi ambienti fanno a gara nel dire che sono amici di Mario Monti e si dichiarano intimi anche quando magari non lo sono. Invece quando c’era Berlusconi… È un piacere sapere che nel mondo tengono in così alta considerazione Monti ma non mi è altrettanto chiaro se abbiano cambiato idea anche sull’Italia, anzi temo di no. E comunque subito dopo che il noto banchiere mi ha raccontato la sua positiva esperienza mi sono chiesto quasi in modo automatico se questo effetto Monti possa essere riscontrato anche nella nostra modesta vita di cittadini e se insomma anche nel nostro piccolo le cose siano migliorate non dico con altrettanta nettezza ma almeno un po’. E qui sono entrato in crisi perché mi pare perfino strano che con un grande premier come quello che abbiamo ci siamo ridotti in queste condizioni, visto che è vero che siamo tutti (forse non tutti) pro Monti ma non si può certo dire che si viva meglio da quando c’è il governo dei professori, anzi si vive peggio, molto peggio. E dunque se non un moto di opposizione almeno la possibilità di appellarci al dubbio che ci sia qualcosa di sbagliato dobbiamo concedercela.

IL DUBBIO che non ci sia questo solo unico modo di governare e che debba pur essercene un altro, che produca risultati non solo funzionanti, vedi il taglio delle spese e l’aumento delle entrate, ma anche funzionali, ovvero tagli compatibili con la possibilità di consentirci di vivere senza condannarci a una profonda depressione. Insomma questo diritto a voler vivere secondo lo spirito del decreto Ilva, riciclarci senza crepare, dobbiamo invocarlo senza temere di essere tacciati di grillismo.

SÌ, LO SO, vi siete dimenticati il significato di grillismo, che vi sembra appartenere a un’età lontana e questo è un altro punto su cui merita soffermarsi. Queste elezioni primarie non si sa se produrranno qualcosa di realmente positivo ma fin d’ora un merito ce l’hanno. Sono riuscite a oscurare Grillo, non fa più notizia. Chi?, quello che urla? Roba vecchia. In realtà non è proprio così anche se questo oblìo un po’ vero è. Ma certamente una parte degli sconsolati condannati al grillismo una sponda diversa l’hanno trovata in questa sfida delle primarie e questo duello infinito tra Renzi e Bersani piace perché riprende un’antica tradizione del nostro popolo, che ha sempre amato dividersi con moderazione tra Peppone e don Camillo, tra Coppi e Bartali.

I DUE CANDIDATI hanno risvegliato la nostra natura di tifosi che amano dividersi sulle gradinate dello stadio. L’hanno chiamato un po’ pomposamente il risveglio della politica. Se durerà non si sa ma bisogna riconoscere che non si parla d’altro e stasera sapremo chi dei due prevarrà, consapevoli comunque del fatto che chi perderà, perderà con onore e portandosi dietro un abbondante milione di voti che non avrà alcuna voglia di sciogliersi. Dunque possiamo dire con una certa attendibilità che da oggi la sinistra avrà un suo leader ufficiale e allo stesso tempo una leadership bicefala formata da Bersani e Renzi. Il divertimento per la tifoseria continua ed è assicurato.