Un buon governo

DOPO aver chiamato Letta l’“artefice” del nuovo governo, Napolitano gli ha teso la mano e però poi ha fatto una certa fatica a liberarsi della stretta, perché l’altro gliela teneva stretta e non gliela restituiva, a segnare un legame senza il quale questo governo non sarebbe mai nato e ad indicare anche una protezione, che […]

DOPO aver chiamato Letta l’“artefice” del nuovo governo, Napolitano gli ha teso la mano e però poi ha fatto una certa fatica a liberarsi della stretta, perché l’altro gliela teneva stretta e non gliela restituiva, a segnare un legame senza il quale questo governo non sarebbe mai nato e ad indicare anche una protezione, che se è stata decisiva fino ad oggi lo sarà ancora di più in seguito.

Dunque il governo dei giovani, anche se tanto giovani per fortuna non sono, è nato sotto la protezione del grande padre, per non chiamarlo grande vecchio che in Italia evoca immagini negative. Prima impressione a caldo: questo governo non è affatto male. E’ un buon governo perché è nato, e questo, nella situazione in cui ci aveva trascinato il vertice del Pd, è di per sé un risultato straordinario. E’ un buon governo perché rifugge da etichette, che ne ridurrebbero la fisionomia.

È, COME ha ricordato Napolitano, un governo politico nato dentro la cornice costituzionale e formato seguendo percorsi propri della democrazia parlamentare. È un buon governo perché nonostante le macerie che hanno alle spalle Pd e Pdl è nato dalla loro collaborazione, è nato dalla loro volontà, loro, fino a ieri nemici e ora alleati. Un miracolo, anche se è sempre consigliabile separare la politica dal Padreterno, perché Lui fa cose che non sempre si possono spiegare mentre in politica ogni cosa ha un suo perché.

Il perché in questo caso è nei punti di equilibrio che sono stati trovati nella spartizione e nell’assegnazione dei ministeri. Il perché sta anche nella rinuncia dei cosiddetti big a tornare in vetrina, consentendo il passaggio del testimone ad una nuova generazione di politici. La bontà di questo governo — tutta da verificare s’intende — sta nel fatto che le persone chiamate a farne parte non sono in alcuni casi nemmeno politici e soprattutto non sono i soliti noti. Lunga vita a questo governo, almeno fino a quando, come diceva Montanelli, non avremo imparato i nomi dei ministri e non sarà un’impresa facile.

BUONISSIMA l’idea di ripristinare il ministero per i beni culturali e per il turismo per valorizzare un nostro primato ed evitare si ripetano casi, come il degrado di Pompei, di cui ci siamo dovuti vergognare di fronte a tutto il mondo. Buonissima la decisione di chiamare a far parte del governo sette donne, tra le migliori che si potessero scegliere, come la Cancellieri alla Giustizia, che avrà una bella gatta da pelare, come Josefa Idem, come l’amata Emma Bonino, che esce da un isolamento nel quale in parte si era cacciata da sola.

Per il momento ci fermiamo a elencare i motivi di soddisfazione che emergono dalla composizione del nuovo, atteso e insperato governo. Per sottolinearne i difetti avremo tutto il tempo e speriamo non ce ne dia motivo. Oggi è giusto unirsi a quanti e sono certo che sono tutti gli italiani — ad eccezione dei grillini che hanno capito che è più facile predicare che fare —, per esprimere a Letta e alla sua squadra un sincero augurio di buon lavoro.