L’Italia bloccata da mille tir: fateci passare

Quanti sono gli autotrasportatori che hanno bloccato l’Italia? Mille, probabilmente meno, ma facciamo finta siano duemila o tremila o cinquemila. E’ concepibile che un Paese si fermi perché preso in ostaggio da un gruppo sparuto di persone che per difendere i loro interessi ignorano e danneggiano quelli degli altri, calpestando uno dei principali diritti costituzionali, […]

Quanti sono gli autotrasportatori che hanno bloccato l’Italia? Mille, probabilmente meno, ma facciamo finta siano duemila o tremila o cinquemila. E’ concepibile che un Paese si fermi perché preso in ostaggio da un gruppo sparuto di persone che per difendere i loro interessi ignorano e danneggiano quelli degli altri, calpestando uno dei principali diritti costituzionali, quello alla libera circolazione? «Da qui non passa più nessuno!», è stato l’arrogante ordine dato da persone sulle quali la polizia farebbe bene ad indagare. Avrebbe fatto meglio se li avesse presi con le buone o le cattive e portati via appena tentavano di intasare i caselli, poi diventati muri invalicabili non già per una presenza massiccia di scioperanti ma perché pochi facinorosi hanno minacciato i loro colleghi autotrasportatori obbligandoli a soste forzate, bucando le gomme dei loro tir.

Queste cose in un Paese civile non possono accadere e non possono essere tollerate. Il governo doveva essere più energico e comunque può sempre dare dimostrazione di poterlo essere visto che questi signori hanno intenzione di continuare a bloccare le nostre strade per altri quattro giorni, danneggiando in primo luogo i pendolari e coloro che sono costretti a viaggiare per lavoro o per qualunque altro motivo, visto che non c’è ragione alcuna nel dover dare giustificazione dei propri spostamenti. In ogni caso si parla di una minoranza di persone che partecipano ai blocchi, nonostante che le loro associazioni di categoria si siano dissociate dalla protesta e anzi abbiano fatto sapere che il governo ha accolto molte delle loro richieste.

Dunque chi c’è dietro questi tir? Anche in questo caso non si può tentennare e stare un po’ qua e un po’ là. Bisogna dirlo, e bisogna dirlo prima di tutto a noi stessi, da che parte stare, se dalla parte di questa minoranza violenta — perché di violenza si tratta — o dalla parte dei cittadini, che non possono circolare, con gravi ripercussioni sull’economia nazionale. Qui non si tratta di negare il diritto alla protesta ma di impedire che questa crei un danno a quelli che non vi partecipano. Troppo tardivamente si è cominciato a ventilare sanzioni, questi comportamenti andavano e vanno stroncati sul nascere. Lo chiede l’Italia che lavora, quella che non ha ombre di complicità camorristiche.

blocco stradale tir