Sapere è potere

IL MERITO maggiore che credo debba essere riconosciuto al governo Monti è quello di averci costretto a rivedere tutto e a giudicarci. Non c’è aspetto del nostro quotidiano e di quel che ci circonda che non sia stato messo in discussione, in dubbio. Qualcuno può obiettare chiedendo quali benefici si siano ricavati da tale lavorìo […]

IL MERITO maggiore che credo debba essere riconosciuto al governo Monti è quello di averci costretto a rivedere tutto e a giudicarci. Non c’è aspetto del nostro quotidiano e di quel che ci circonda che non sia stato messo in discussione, in dubbio. Qualcuno può obiettare chiedendo quali benefici si siano ricavati da tale lavorìo ed è facile rispondere che al momento nessun vantaggio, se non quello di essersi infilati in questo lavoro di inventariato, senza il quale avremmo continuato a sbagliare come abbiamo sbagliato (visti i risultati) e senza il quale non potremmo ricominciare da capo e su nuove basi come auspichiamo. A qualcuno potrà sembrare poca cosa un risultato così. A me pare più importante di tutti quelli di tipo ragioneristico e amministrativo, di cui ci occupiamo ogni giorno.

È vero che spazzando la scopa del governo ha sollevato anche polvere, ma sono maggiori i vantaggi della pulizia avviata dei fastidi dovuti a qualche incidentale colpo di tosse. Prendiamo ad esempio i redditi dei ministri e gli stipendi dei manager pubblici. Probabilmente nulla cambierà ma il conoscere la situazione del reddito dei primi e degli altri consente a ciascuno di arrivare ad un qualche parere, qualunque esso sia.

 

COSÌ ad esempio scoprire che abbiamo ministri ricchi, ci ha indotto a chiederci se i ricchi siano in grado di capire chi deve vivere se non da povero almeno da persona che ha uno stipendio che appena basta a mantenere la famiglia. Ognuno arrivi alle sue conclusioni, io ho le mie che valgono per me e non pretendo siano condivise dagli altri.

Allo stesso tempo abbiamo constatato che questi professionisti ricchi, diventati ministri, non hanno scatenato l’invidia e la maldicenza del popolo, che anzi in modo composto ha riconosciuto loro il merito di essere stati capaci tramite il lavoro di accumulare ricchezza che prima non avevano. Riconoscimento che non viene concesso ai politici di professione e anche questo è un punto di riflessione non di poco conto.

Così per i manager pubblici. il governo dovrebbe varare il tetto, in modo che il loro reddito non superi i 300 mila euro, mi si conceda il dubbio che tale risultato venga raggiunto, in ogni caso abbiamo saputo, perché il governo l’ha imposto, quali sono i compensi di tanti signori sconosciuti ma molto ben pagati con il nostro denaro. I cosiddetti boiardi di Stato, che godono di un reddito largamente superiore a quello dei loro colleghi americani che lavorano alla Casa Bianca, come ci ha raccontato l’altro ieri da New York il nostro Giampaolo Pioli e anche dei boiardi tedeschi come ci scrive oggi da Berlino Roberto Giardina, in altra pagina.

 

A CHE SERVE sapere? Voler sapere corrisponde all’interesse che l’opinione pubblica oggi esprime per certe problematiche e il pretendere di essere informati non è voyeurismo ma condizione preliminare dell’ atteggiamento di chi vuole cambiare per migliorare e che dunque è sostenuto dalla convinzione o dalla speranza di riuscirci. Voler sapere perciò non è una colpa o un vizio ma un merito.

Ci voleva Monti per un risultato così? Non penso sia merito di Monti se oggi sappiamo, ma è merito nostro se oggi abbiamo un governo Monti, che corrisponde a queste attese. Attenzione, ho detto attese non risultati.