Un grande riformatore

In mezzo a questo gran rumore sulla riforma del lavoro vorrei ricordare un grande italiano, Giacomo Brodolini, socialista, marchigiano, padre dell’articolo 18 e dello Statuto dei lavoratori, quella legge che oggi dopo 42 anni è stata corretta alla luce della nuova realtà economica e sociale. Padre, va detto, insieme con un altro socialista, il professor […]

In mezzo a questo gran rumore sulla riforma del lavoro vorrei ricordare un grande italiano, Giacomo Brodolini, socialista, marchigiano, padre dell’articolo 18 e dello Statuto dei lavoratori, quella legge che oggi dopo 42 anni è stata corretta alla luce della nuova realtà economica e sociale. Padre, va detto, insieme con un altro socialista, il professor Gino Giugni, docente universitario, che fu l’estensore del testo, e con il democristiano Carlo Donat Cattin.

Mi pare giusto ricordare Brodolini, perché la sua legge, che oggi viene indicata come pilastro della libertà minacciata, fu avversata dalla Cgil e dal Pci, che in Parlamento si astenne, perché la trovò contraria agli interessi dei lavoratori.

Capita spesso ai riformatori essere additati come nemici da coloro, che ritenendosi depositari della verità, si oppongono ad ogni disegno rinnovatore, salvo poi con il tempo appropriarsi dei vantaggi e dei progressi ottenuti grazie alla riforma da loro avversata. Il ricordo di Brodolini è tanto più motivato per i suoi legami con la sua terra e con Bologna. Lo ricordo come ministro del lavoro infaticabile, appassionato e incurante dei detrattori. Mi aspetto che i riformatori di oggi gli assomiglino un po’. Il tempo darà loro ragione.

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