Provaci Renzi

COME risulta, sfogliando le pagine della Costituzione, al Presidente della Repubblica non è richiesta alcuna collaborazione o, diciamo meglio, non è consentita alcuna intrusione per la compilazione della lista dei ministri. La Costituzione nella sua essenzialità matematica recita qual è il suo compito nella formazione di un governo. Articolo 92: «Il Presidente della Repubblica nomina […]

COME risulta, sfogliando le pagine della Costituzione, al Presidente della Repubblica non è richiesta alcuna collaborazione o, diciamo meglio, non è consentita alcuna intrusione per la compilazione della lista dei ministri. La Costituzione nella sua essenzialità matematica recita qual è il suo compito nella formazione di un governo. Articolo 92: «Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, SU PROPOSTA DI QUESTO, i ministri».

Rammento questo non secondario dettaglio in relazione alle polemiche sollevate dal presunto ruolo che avrebbe avuto Napolitano nella scelta dei ministri di Renzi, se è vero che il presidente incaricato venerdì pomeriggio è arrivato al Quirinale con una lista di nomi e, dopo due ore di colloquio con Napolitano, ne è uscito con un’altra. Epilogo del tutto normale se quei cambiamenti fossero riconducibili a suoi personali ripensamenti e non a pressioni. Né del resto si potrebbero immaginare altre ipotesi visti i non brillanti risultati di ben due governi, quello Monti ma anche quello Letta, entrambi voluti da Napolitano, al punto da essere chiamati governi del presidente. Due fallimenti che indurrebbero a ritenere difficile un terzo tentativo di Napolitano, pena il rischio di avere un comportamento ingombrante o peggio ancora avaro nel concedere fiducia alle giovani leve. Dunque i cambiamenti che ci sono stati ci piace immaginare siano avvenuti per esclusiva scelta di Matteo Renzi e non per altri motivi.

NÉ CI SENTIAMO parte di quella schiera di commentatori che, pur senza avere opposizioni preconcette per Renzi, trovano che nel suo governo ci siano troppi giovani e troppo inesperti ovvero poco affidabili. Dimenticando, nel sostenere questo, che alla crisi attuale siamo arrivati non per la poca esperienza dei politici giovani, ma per l’incapacità di quelli mestieranti. Dunque per quanto ci riguarda avanti con gli inesperti perché male che vada peggio di quelli esperti non faranno. Paura semmai dovremmo avere non per le ingenuità dei nuovi, ma per i bassi giochi di potere dei conservatori annidati nei partiti a partire dal Pd, dove sono già cominciate le manovre per mettere i bastoni fra le ruote al nuovo governo.