VEDO nelle inchieste sulla malasanità, anche in quelle del Carlino, una certa indulgenza verso il sensazionalismo. Quando si parla di malati bisognerebbe invece usare moderazione e non liquidare i problemi con una fotografia a effetto o un titolo gridato. E poi non capisco perché fino a pochi giorni fa il silenzio e ora tanto rumore.
teo, ilcarlino.it

NON È VERO che non bisogna gridare quando si parla di malati, anzi penso si debba farlo. Ho in mente l’immagine di mio padre in ospedale il giorno in cui, alla sera, mi lasciò. Era domenica e lo andai a trovare alla mattina. Mi mostrò i polsi e mi disse che lo avevano legato al letto. Mi chiese di scioglierlo, perché quei lacci gli facevano male. Mi fecero soffrire le sue parole ma non feci niente, l’infermiere mi spiegò che lo avevano legato perché altrimenti tendeva ad alzarsi dal letto e sarebbe caduto. Non protestai, come avrei dovuto. Mi porto dietro il mio silenzio e l’aver accettato quel trattamento disumano come un rimorso, che non avrà mai possibilità di consolazione. Mi resta almeno l’insegnamento e la convinzione che per i nostri malati non gridiamo mai abbastanza.
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