Non c’è più il bollito

VALLI a capire questi italiani. Mi metto nei panni degli europei che fino a ieri si erano meravigliati delle nostre capacità nell’inventarci la soluzione alla crisi più grave e ci avevano riempito di lodi per aver sostituito Berlusconi con Monti. Che cosa diranno tra sé nello scoprire che ci siano già stancati di Monti e […]

VALLI a capire questi italiani. Mi metto nei panni degli europei che fino a ieri si erano meravigliati delle nostre capacità nell’inventarci la soluzione alla crisi più grave e ci avevano riempito di lodi per aver sostituito Berlusconi con Monti. Che cosa diranno tra sé nello scoprire che ci siano già stancati di Monti e abbiamo reinventato Berlusconi, non tutti è chiaro ma una parte consistente sì. Anzi di più l’abbiamo ringiovanito, perché, se vi ricordate, un mese fa era smunto, spento e incipriato pesante come un vecchio attore che non ce la fa più e ora invece, l’avete visto l’altra sera, sembra tornato ai bei tempi, riuscendo ad inchiodare davanti alla tv 9 milioni di italiani, record di ascolti per un programma politico da dieci anni a questa parte. La grande rimonta di Berlusconi e il parallelo declino di Monti hanno una spiegazione: la scelta di Monti di non ritirarsi come era stato concordato e di fondare un proprio partito, cancellando, per colpa dell’ambizione, la possibilità di puntare al Quirinale. Troppo facile per Bersani rifarsela con l’interessato, che non lo convince più né come capo di governo che ha nascosto la polvere sotto i tappeti né come candidato alla successione di Napolitano, perché “lui, lui stesso, ha rinunciato al ruolo di terzietà”. Come dice il proverbio: male voluto non è mai troppo.

IL RISULTATO è che quello che era il bollito, ovvero Berlusconi, è tornato fresco in prima linea confermando capacità di combattente, che gli sono sempre state riconosciute ma che sembravano infiacchite dai dispiaceri e dall’età. E allo stesso tempo il grande capo carismatico del governo che ha salvato l’Italia dal default s’è ridotto a essere il leader di un partito che non riesce a tenere la scena e che bene che gli vada sarà costretto a fare da stampella invece che da barra della rotta da tenere.

La situazione è di questo tipo, Bersani, l’ha già detto, di fatica ne ha già fatta troppa nelle primarie con Renzi e a questa girata non ha alcuna voglia di correre su e giù per l’Italia, quindi chi lo vorrà lo cerchi alla televisione. E lo si può capire, i sondaggi lo danno per sicuro vincitore, chi glielo fa fare di agitarsi?, al massimo starà attento a non fare errori e a non disperdere il patrimonio che ha.

MONTI, anche lui, non è certo il tipo che si sente a proprio agio nelle piazze, troppo altero e accademico per non preferire il più appartato ambiente degli studi televisivi lontani dagli umori e dai miasmi plebei. Berlusconi, inutile dirlo, lui nella televisione ci sguazza, aspetta solo il finalone con Bersani da 18 milioni di telespettatori ed è fatta.

Stando così le posizioni alla partenza, chi volete che vinca? Chi pensate recuperi? Potremmo anche andare a votare domattina, i giochi, anzi, i giuochi, come dice il Cavaliere, sono già fatti.