MAI come ora vale una domanda, che quasi sempre è meglio evitare. La domanda è: da che parte stai? Dalla parte del governo o dall’altra parte. Mi rendo conto è manichea ma in certi casi bisogna esserlo. Perché si può anche discutere su cosa voglia dire che con le liberalizzazioni i salari aumenteranno del 12 per cento, sì, ma quando?, o sul ministro dell’interno che non manda la polizia a rompere l’assedio della Sicilia da parte degli scioperanti ma dobbiamo anche chiederci se valga la pena compromettere il decreto Cambia Italia rischiando lo scontro fisico. Penso che non siamo un paese civile perché nei paesi civili non si consente nemmeno per un minuto che qualcuno blocchi i trasporti e la libera circolazione. Ricordiamoci i giovani di New York portati via a forza dopo che avevano bloccato il ponte di Brooklyn. Così dovremmo fare noi con i tassinari, quando bloccano le strade. Ma i vantaggi e gli svantaggi di non prendere decisioni che potrebbero esasperare la tensione sociale vanno valutati. E le tensioni e i contrasti danno la portata dei cambiamenti che sono stati varati. Così si torna alla domanda: stai con Monti o no? E si possono avere anche buone ragioni per non farsi illusioni sui risultati che avremo. Ma l’alternativa qual è?

SI POTRANNO fare tutte le obiezioni che si vogliono, si potrà dire che Monti è un fuoriclasse ma la maggioranza dei suoi ministri pecca almeno di inesperienza e non conosce la macchina statale e tra il voler fare e il saperlo fare c’è di mezzo il mare, per cui è tutto da dimostrare siano capaci di superare le resistenze dei boiardi, loro che sono ministri senza esperienza, così teorici, così poco pratici, così professori. Ma l’alternativa, scusate, qual è? Se qualcuno è in grado di proporre un governo migliore di questo ce lo dica altrimenti taccia. Perché già stiamo assistendo al teatrino dei furbetti della politichina che dicono e non dicono, che dicono sì Monti è bravo ma potrebbe fare di più o c’è chi dice: aspettate che torno, a fare che? A non fare quello che non è stato fatto in vent’anni. Perché così è andata, non è andata in un altro modo. Il governo Monti in due mesi ha varato una serie di misure, perciò l’ho chiamato il decreto Cambia Italia, in confronto al quale non esiste alcun precedente che sia pur minimamente paragonabile. E allora quelli che sono bravi a parlare ma non a fare, tacciano.
LO DICO con dispiacere, con lo stesso dispiacere condiviso, penso, da quegli italiani, che ritengono che la politica prima ancora di essere rappresentata da nomi di uomini è fatta di idee e di sogni, che legittimano la funzione dei partiti, che devono dunque tornare a recuperare il loro ruolo, perduto per manifesta incapacità. Ma allo stesso tempo constato che l’unico che ci sta riuscendo, nonostante abbia contro i notai che vedono ridursi i privilegi e idem gli avvocati, i farmacisti e anche i tassisti, c’è qualcuno tra loro che può spiegarci come mai bastano due gocce di pioggia perché diventi impossibile trovare un taxi? e vi sembra normale questo? e vi siete chiesti perché?, dunque dicevo che l’unico a cui, penso, la maggioranza degli italiani continuano a credere è questo professore un po’ antipatico, che in due mesi ha rovesciato l’Italia. Impariamo da lui come si fa a far ripartire un paese ridotto sul lastrico non certo dal governo Monti.