Lettera ai miei figli

CIAO RAGAZZI. Mi ricordo quando Pi mi chiese: «Pa’, come si stava quando non c’era la crisi?». Se è vero che la crisi cominciò poco dopo la caduta del muro di Berlino, tu, Pi, che hai 18 anni non hai mai conosciuto come si viveva prima. E ti dico che per la nostra famiglia che […]

CIAO RAGAZZI. Mi ricordo quando Pi mi chiese: «Pa’, come si stava quando non c’era la crisi?». Se è vero che la crisi cominciò poco dopo la caduta del muro di Berlino, tu, Pi, che hai 18 anni non hai mai conosciuto come si viveva prima. E ti dico che per la nostra famiglia che vive solo del lavoro, non c’è grande differenza tra ora e allora e anche allora si viveva in modo normale, solo che oggi è più difficile, e però quelli erano tempi antipatici, perché spadroneggiavano i tipi che sostenevano che non c’era bisogno di lavorare e che bastava occuparsi di finanza per essere ricchi e felici. Poi però abbiamo visto com’è andata a finire.

Tra un mese, Pi, avrai la maturità e la tua curiosità di saperne di più dell’Italia quando era orgogliosa di chiamarsi un paese in via di sviluppo, ti ha indotto a scegliere il boom economico, il cosiddetto miracolo italiano, come tema della tesina che porterai all’esame. Guardando qualche film che ti ho portato a casa — «Una vita difficile», «Il sorpasso» — hai già capito che non era tutt’oro quello che brillava. C’erano i migranti, i salotti della Milano bene, la dolce vita di Roma, ma anche i casermoni delle periferie.

CONTO i vostri anni e poi conto i miei, lo faccio da quando siete nati. È un modo per sfogare il senso di incertezza, calcolando quanti anni avevo quando il nonno aveva la mia età e quanti anni avrò quando Mimma ne avrà 40 o Pippo e Titta 30. E cerco sempre di non allontanarmi troppo, per non avere la sensazione di pormi traguardi difficili, ma il sentirsi padre non giovane dà un senso di colpa, soprattutto ora che le cose del mondo non vanno benissimo e tante volte al giorno mi passa dalla mente la domanda su come si vivrà quando sarete grandi. E mi rimetto a fare i conti quando leggo sul giornale che la crisi diminuirà tra un anno o nel 2015 e che ci vorranno 10 anni per superarla o 5, e mi chiedo quanti anni avrò io tra 10 anni o 5? Io che non ho affatto l’attitudine a fare i conti. Questi sono i miei pensieri, ragazzi, queste sono le mie manie, le mie ossessioni e non ve ne ho mai parlato, perché se lo avessi fatto, lo so, vi sareste messi a ridere.