SONO abbastanza disgustato nel vedere l’euforia manifestata dai dipendenti della Ducati quando hanno appreso che l’azienda era stata comprata dall’Audi. Non è una questione di nazionalismo ma di dignità. Nessun acquisto cancellerà la storia gloriosa di questa moto italiana e un attaccamento a questa storia è dovuto.
salvatore, ilcarlino.it

MI VIENE in mente qualcosa che mi riporta agli Anni Ottanta, quando nell’Europa divisa dal Muro i cortei dei cosiddetti pacifisti contrari all’istallazione dei missili Cruise gridavano: meglio rossi che morti. Era una specie di resa, di bandiera bianca, un’espressione di realismo poco eroico ma che riteneva di avere una sua motivazione. Accostare quel ricordo alla soddisfazione dei tecnici della Ducati che sono passati sotto la proprietà dell’Audi mi pare un tantino esagerato ma suggestivo. Il sentirsi più al sicuro sotto una proprietà tedesca anziché sotto una italiana ha indotto a dimenticare quella gloriosa storia cui lei fa riferimento. Ma, spread permettendo, non c’è quasi differenza tra la Germania e l’Italia di oggi. Sicuramente non quel baratro che c’era tra Europa occidentale e quella dell’Est.
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