SI HA un bel dire che queste ossessioni spionistiche fanno parte della vita moderna e che, si sa, tutti spiano tutti, e si ha ben poco da ridere, riso amaro, al pensiero di quanto possano interessare agli americani le telefonate del nostro primo ministro e di quanto invece, al contrario, possano essere risultate interessanti le conversazioni dell’ex premier Berlusconi non tanto quelle galanti quanto quelle con leader internazionali come Putin, mettiamo.
In verità la rivelazione dei segreti coincide con l’azzeramento di questa epoca, svelando le bassezze e le logiche e dunque avviandola all’uscita.
Così vediamo un Renzi che affonda in un oceano di parole nel tentativo di dar corpo ad una nuova forza politica in ogni caso diversa da quella di cui tenta di impossessarsi.

ALLO STESSO tempo ci paiono ripetizioni di un triste addio gli strappi tra Berlusconi e Alfano in una lotta di logoramento dentro un partito che non è di lotta e di governo ma solo di paura e di incapacità ad imporsi sul passato.
La verità è che Berlusconi, Alfano, Renzi e altri fanno parte di una schiera di demolitori di un sistema che non è più in grado di reggere. Una schiera alla quale va aggiunto anche il Presidente della Repubblica, sempre più picconatore come il suo predecessore Cossiga, sebbene senza le sue intemperanze e il suo eloquio seducente ma alluvionale. Opera di demolizione e lavori in corso da parte di Napolitano ispirati dalla sua intenzione di attuare se non le riforme, parola mitologica, almeno la nuova legge elettorale, in modo da esautorare gli attuali inetti e miopi partiti, chiusi nel loro conservatorismo, e spostare il potere nelle mani dei cittadini elettori. Siamo esattamente in mezzo al frastuono di tutti questi picconatori impegnati nel distruggere prima ancora che ricostruire, successione inevitabile di tutti i corsi storici.
A PRIMAVERA ci saranno le elezioni europee, e l’Italia sembra destinata a presentarsi all’appuntamento con un sistema partitico formato da due ali radicali e da due forze politiche più equilibrate. Con un partito di sinistra, il Pd, più gli estremismi del M5S e in zona centrodestra la rinata Forza Italia con pretese radicali più un partito filovernativo riconducibile ad Alfano, che più dell’altro ha probabilità di far parte del Ppe, il partito popolare europeo, che non può permettersi di mettere a rischio la sua supremazia e credibilità continentali rinunciando ad avere un sostanziale partner italiano.

CONCLUSIONE: proprio perché ormai nessuno appartiene a se stesso ma tutti fanno parte di un sistema sovranazionale se non globale, difficilmente questo sistema economico e politico consentirà che l’Italia vada alla deriva. Difficilmente rimarrà passivo a guardarci affondare. Difficilmente ignorerà i picconatori.

di Giovanni Morandi