La vera partita

NEL PAESE in cui è corrotto, diciamo per amor di garantismo, accusato di corruzione anche un signore che era l’authority contro la corruzione degli appalti l’eterna partita Italia-Germania risulta senza senso. Appare come un elemento di distrazione che ci fa dimenticare le altre partite, non di serie B ma dello stesso torneo, perché quelle partite […]

NEL PAESE in cui è corrotto, diciamo per amor di garantismo, accusato di corruzione anche un signore che era l’authority contro la corruzione degli appalti l’eterna partita Italia-Germania risulta senza senso. Appare come un elemento di distrazione che ci fa dimenticare le altre partite, non di serie B ma dello stesso torneo, perché quelle partite o le vinceremo e allora vinceremo anche Italia-Germania o perderemo tutto. Lo dico perché sfogliando il giornale di ieri provavo un certo imbarazzo nel vedere accostati gli ultimi scandali con i soliti ladri con l’ultimo che coinvolge un’authority, trovando in quell’abbinata la conferma di un’opinione sempre avuta e cioè che queste authority in generale e fatte un paio di eccezioni non servono a nulla se non ad inventarsi altre poltrone, a spendere altri milioni, a generare altra corruzione e ad appesantire la burocrazia. E che sono inutili lo dimostra il fatto che negli anni queste authority sono cresciute come funghi, di tipo nazionale, regionale, comunale, a inventarsi un’authority ci vuole nulla e un posticino di consulente non te lo leva nessuno. Manca solo l’authority per le authority e siamo a posto.

PERCIÒ è fuorviante la partita Italia-Germania tra flessibilità e rigore. Perché se non metteremo ordine in casa nostra non avremo né rigore né potremo pretendere flessibilità dagli altri. È buona regola insomma e bisogna avere il pragamatismo che da questo punto di vista hanno dimostrato gli Stati Uniti, per cui se ci sono problemi prima bisogna risolvere i propri poi quelli con gli altri. Renzi dice e ripete che l’Italia deve essere semplice e bisogna fare riforme di ogni tipo. Facciamole. Comiciamo a smantellare quella zavorra che appensantisce non dico ogni progetto ma anche la più insignificante intenzione. Turani ci ha detto che per fare una scuola ci vogliono almeno 30 autorizzazioni e per fare un centro commerciale non meno di una decina d’anni buttati via tra fogli e controfogli. Un amico mi ha raccontato che nel suo comune gli hanno chiesto un progetto anche per mettere cinque metri di rete all’orto, lo schizzo che aveva preparato lui non bastava, ci voleva un progetto firmato da qualche studio professionale di un geometra o un architetto. Renzo Piano per un pollaio.

ECCO, questa è l’Italia che va cambiata non la testa ai tedeschi, che hanno la loro e fanno bene a tenersela non foss’altro perché in famiglia è sempre bene avere qualcuno che tiene strette le corde della borsa e faccia da contrappeso a chi spende. Il problema semmai è che oggi non spende più nessuno, questo è ciò che non hanno capito. Comunque solo facendo le riforme che taglino la spesa, le tasse e ci consentano di vivere, perché oggi non viviamo al massimo sopravviviamo, solo così potremmo presentarci ad una partita alla pari e sperare di vincerla. Rimanendo come siamo rischiamo di far la figura dei buoni a parlare ma non a fare. E dunque se questa è la situazione, Renzi si faccia forte della vasta coalizione disposta a sostenerlo nelle riforme e vada avanti per cambiare il paese. Senza cautele. Questa sì sarà la partita decisiva, non tra Italia e Germania ma tra Italia e Italia, tra quella com’è e quella che vogliamo.