Insegnare grazie alla birra

TROVO sia immorale che per finanziare la scuola pubblica si ricorra all’aumento del prezzo di birra e alcolici, ovvero si ricorra a questi mezzi per attingere a un maggior gettito erariale, come ha deciso il governo. Mia figlia insegna e mi addolora pensare che per consentirle di continuare a lavorare ci si approfitti degli ubriaconi. […]

TROVO sia immorale che per finanziare la scuola pubblica si ricorra all’aumento del prezzo di birra e alcolici, ovvero si ricorra a questi mezzi per attingere a un maggior gettito erariale, come ha deciso il governo. Mia figlia insegna e mi addolora pensare che per consentirle di continuare a lavorare ci si approfitti degli ubriaconi.

ida, ilcarlino.it

Risponde Giovanni Morandi, direttore Qn e il Resto del Carlino

A PARTE il fatto che non è scritto da nessuna parte che chi beve una birra o un limoncello sia un ubriacone, vorrei convincerla che non ha motivo di rammaricarsi perché l’aumento del prelievo erariale su determinati prodotti, che fra l’altro non sono di prima necessità, mi pare sia conforme anche in termini etici alla funzione della scuola. Di cosa si vergogna? Non capisco. In ogni caso il fine è buono e dunque giustifica il mezzo. Ci sono situazioni direi molto più imbarazzanti di questa. C’è una legge in Russia, ad esempio, che consente alla Chiesa ortodossa di finanziarsi con la tassazione sulla vodka, e in quel caso il rischio di avere mezzi di sussistenza provenienti dall’alcolismo non è affatto peregrino. Ma i russi non sembra si preoccupino troppo dell’implicazione etica.

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