In bilico il fragile ottimismo

NON PENSATE che se da oltre mezzo secolo avessimo avuto, al posto di governi, parlamentari, senati e ogni altro ordine e grado di amministratori pubblici e anche dei tanti soloni, un paio di salumieri, un paio di contadini, due o tre merciai, questi non avrebbero fatto certamente di peggio? Certamente sarebbero costati di meno. antonio […]

NON PENSATE che se da oltre mezzo secolo avessimo avuto, al posto di governi, parlamentari, senati e ogni altro ordine e grado di amministratori pubblici e anche dei tanti soloni, un paio di salumieri, un paio di contadini, due o tre merciai, questi non avrebbero fatto certamente di peggio? Certamente sarebbero costati di meno.

antonio sarti, ilcarlino.it

Risponde Giovanni Morandi, direttore Qn e il Resto del Carlino

IL PESSIMISMO riprende a crescere, la fase della ritrovata fiducia, perfino del riscoperto orgoglio, sembra sia già chiusa, speriamo non sia vero ma è probabile lo sia. La questione di ricostruire un rapporto tra i cittadini e il mondo della politica è legata in primo luogo alla qualità dei politici, perché i privilegi appaiono tanto meno accettabili quando sono a vantaggio di persone che si ritiene non abbiano meriti. Se avessimo uomini diversi, che godessero della stima dei cittadini e che fossero in grado di rappresentare le aspettative dei cittadini, la situazione sarebbe grandemente diversa. Il problema, dunque, è legato ancora una volta alla possibilità di rinnovare la classe politica e come, se non attraverso una riforma elettorale, che restituisca agli elettori la possibilità di scegliere gli uomini?

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