Il dovere di sognare

Chi si ricordava più di questa parolaccia: assunzione. Nessuno più osava citarla, era diventata un tabù, una irragionevolezza, roba da maleducati. Era consentito solo parlare di licenziamenti e ristrutturazioni, che poi vuol dire la stessa cosa ma in modo camuffato. Invece che succede? Succede che torniamo dalla ferie, e quel governo, che ci ha tenuto […]

Chi si ricordava più di questa parolaccia: assunzione. Nessuno più osava citarla, era diventata un tabù, una irragionevolezza, roba da maleducati. Era consentito solo parlare di licenziamenti e ristrutturazioni, che poi vuol dire la stessa cosa ma in modo camuffato. Invece che succede? Succede che torniamo dalla ferie, e quel governo, che ci ha tenuto finora a pane e acqua, annuncia che entro la fine di settembre sarà bandito un concorso per 12 mila insegnanti.

Logico chiedersi: fanno sul serio o barano? Memori di un passato in cui quando ci si avvicinava alle elezioni i vecchi governi un po’ pasticcioni ma guidati da grandi navigatori si inventavano sempre qualche concorso pubblico per rastrellare voti.Che sia così anche questa volta? Può essere giustificato pensar male ma azzardo nel sostenere che non mi pare ce ne sia motivo, non foss’altro perché questo è un governo che lavora su programmi spesso in contrasto con gli interessi dei partiti che lo sorreggono,e dunque che interesse avrebbe assecondare i partiti che tendono a imbrigliarlo?

La verità è che siamo entrati in questo mese con molte angosce alimentate da preannunci di golpe finanziari e ora invece ci stiamo avviando verso la fine del mese non solo con la confortante constatazione del mancato golpe ma anzi con l’imprevisto ribaltamemto di umori all’interno del governo che ha cominciato ad incitare all’ottimismo, a prennunciare l’uscita dal tunnel e a varare i primi provvedimenti di segno opposto a quelli contraddistinti da tagli e tasse, che hanno fin qui dominato il 2012. Può darsi che questi barlumi da soli non bastino a scongiurare un autunno caldo ma certo sono segni di un cambio di rotta.

E’ stato perfino ripescato il gramsciano motto del pessimismo dell’intelligenza e dell’ottimismo della volontà, a segnare una condizione psicologica diventata assolutamente urgente e attuale, quella del volere è potere. E’ una condizione preliminare, senza la quale non si può immaginare nessuna crescita e il governo se ne fa portavoce. Consapevole che contano i bilanci in regola ma conta altrettanto l’audacia della fantasia, ovvero la capacità di pensare oltre la logica.

Ricordo come una regola di vita quel che un giorno mi disse Enrico Bombieri, un genio della matematica, che da una vita insegna a Princeton, padre di rivoluzionarie teorie matematiche. Gli chiesi che cosa c’è all’origine di un nuovo sistema scientifico, come la teoria della relatività, e lui mi rispose che all’origine c’è sempre la fantasia. “Un attimo fuggente in cui arriva l’idea su cui costruire tutta l’impalcatura”. E’ qualcosa che vale anche per questi tempi. Bisogna credere di farcela, può sembrare temerario crederlo ma con la forza della fantasia possiamo. Dobbiamo sognare il futuro che vogliamo. E poi forsennatamente dobbiamo volerlo.