I disperati di Grillo

ATTENZIONE, questo è un paese che sta rischiando molto e una rete di protezione che gli è rimasta è sicuramente l’informazione, che, grazie a Dio, ancora è libera, ma ci sono molti che la vorrebbero imbavagliata e che a questo scopo la discreditano, dicono che i giornalisti sono una massa di cialtroni e altre belle […]

ATTENZIONE, questo è un paese che sta rischiando molto e una rete di protezione che gli è rimasta è sicuramente l’informazione, che, grazie a Dio, ancora è libera, ma ci sono molti che la vorrebbero imbavagliata e che a questo scopo la discreditano, dicono che i giornalisti sono una massa di cialtroni e altre belle storie. Un campione del discredito è il grande salvatore della patria Beppe Grillo, nelle cui file non si va tanto per il sottile e si dà della puttana sia alla stampa che alle donne che non gli piacciono. Se pensate che siano questi i modi giusti per costruire un’Italia migliore, ripesanteci bene.

Ma non è solo di questo che voglio parlare. E’ che fa un certo effetto sentire Grillo, che si gonfia dicendo: siamo il primo partito d’Italia. E non perché dica il falso, magari è vero sul serio purtroppo, ma insomma pensare che il nuovo partito di maggioranza di quel paese dove per 50 anni il primo partito è stata la Democrazia Cristiana e per altri venti Forza Italia, pensare che oggi il primo partito sia quello di Grillo è un po’ inquietante. Ed è vero che lo diceva anche Berlusconi: siamo i primi! Ma la Dc aveva un altro tratto. Non l’avrebbe mai potuto dire né De Gasperi, né Moro e neppure Fanfani. Erano di altra pasta. Poi sono cambiati i tempi e siamo finiti nelle mani di Grillo.

E non è vero, come dice con giudizio sommario Mariastella Gelmini, che l’entusiasmo dei grillini oggi è come quello degli elettori di Belusconi nel ’94. Tutt’un’altra storia. Quelli erano illusi, questi sono disperati. Allora Forza Italia, in alternativa agli ex comunisti e alla sinistra, rappresentò le speranze, alla luce di com’è andata, direi le illusioni di chi sognava uno Stato meno burocratico, con meno pastoie partitiche, insomma più libero, dove fosse facile trovare lavoro, dove fosse facile costruirsi una vita migliore. I grillini, non si è capito cosa vogliono. Noi li stiamo studiando da vicino, partecipiamo alle loro assemblee, registriamo, ascoltiamo, cerchiamo di capire le loro ribellioni ad un capo arrogante.

MA POSSIAMO forse pensare che quei ragazzi di identificazione imprecisabile, e li chiamiamo ragazzi perché parliamo di quegli attivisti che hanno sui trent’anni e che sono i più visibili, insomma possiamo forse pensare che rappresentino i milioni di elettori che nei seggi hanno votato o voteranno Grillo? No, perché quel voto verrà anche da strati sociali e da fasce di età molto diverse tra loro sia pure accumunate dalla stessa rabbia. E questa protesta così generica e fisica, sudata e sguaiata come i discorsi deliranti di Grillo, è cosa ben diversa dai sogni ingenui degli elettori bauscia, ma gente seria, che votò Berlusconi nel ’94. La verità è che ci guardiamo attorno e ci accorgiamo che qui non ha vinto nessuno e che nelle elezioni di primavera non vincerà nessuno. E non ha vinto nemmeno Monti perché se avesse vinto sarebbe capace di avere dalla sua il sostegno degli italiani che invece gli concedono una patente di serietà professionale ma non di capacità nel comprendere la difficoltà di vivere. Perché si ha un bel dire che stiamo facendo molti sforzi che miglioreranno il bilancio dello Stato ma la verità è che oggi si vive peggio di un anno fa. E ci vorrebbe qualcuno non solo capace di restiturci fiducia ma anche prove per meritarsela.