HO COLTO in questo 25 aprile la tendenza a valorizzare figure che sono rimaste in disparte a causa della retorica dei partigiani di ‘Bella ciao’. Napolitano a Pesaro ha sottolineato il ruolo dei soldati che si schierarono con gli alleati e che dal dopoguerra sono sempre stati ignorati perché fuori dallo schema che i meriti furono tutti di una parte.
aldo, ilcarlino.it

E’ PASSATO il 25 aprile e ho pensato a mio padre, che non aveva molta simpatia per i partigiani. Si sentiva ferito dal fatto di essere considerato niente perché era stato uno delle migliaia di soldati italiani finiti nei lager tedeschi perché non avevano accettato di combattere per la Repubblica sociale. Per questo vide quel che di più orribile riservò la guerra, lo sterminio di massa, e, preso dai russi, ebbe la libertà solo un anno dopo la fine del conflitto. Rivendicava, senza mai chiederlo ad alcuno, che gli venissero riconosciute le sofferenze patite e il contributo che aveva dato con il suo ‘no’ e per il quale da vecchio ricevette una decorazione. Condivido con lui che nei 25 aprile ci sono troppi festeggiati che sono senza meriti e troppi dimenticati che invece avrebbero titoli per esserlo. Ammetto che mi fa velo l’amore, ma non al punto da travisare la realtà.
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