VOGLIONO uccidere i nostri figli. Questo è troppo. Cercate gli assassini, non fermatevi finché non li avrete trovati. E soprattutto fate presto. Almeno questa volta. Sarà una domenica di attesa. C’è chi andrà a votare. Tutti avremo in testa le immagini della strage mancata ma cercata. Esperienze già vissute. Il peggiore effetto di questa bomba? Avere ucciso Melissa e averci fatto pensare che in Italia non cambia mai nulla. Non è vero ma già il sospettarlo costitusce un buon bottino per gli strateghi del terrore. Mafiosi, terroristi, che differenza fa? Aspettiamo di sapere chi sono. Vogliamo vederli in faccia. E ci deprime scoprirci oggi costretti a trovare risposte da soli. I nostri ricordi che non passano mai. La bomba di Bologna, Firenze, le bombe di Milano. Dicemmo: non può essere una bomba, deve essere stata una bombola del gas. L’abbiamo sempre detto, perché l’orrore era superiore a ogni possibilità di dare una spiegazione. E ora? Melissa esce di casa, saluta: «Ciao pà’, ciao ma’». Deve prendere la corriera per andare a scuola. Poi il boato. Il telefono che suona. Il grido lacerante dei genitori: «Melissa! Dov’è la mia bambina?!». Chi è stato? Se è stata una bomba contro tutta l’Italia, come hanno detto, allora facciano presto a trovare chi vuole ucciderci.

FACCIANO meno passerelle televisive. E’ abbastanza deprimente ascoltare anche autorevoli esponenti investigativi, che dicono che è stata la mafia e lo dicono con assoluta certezza, e poi ci ripensano e cambiano: «No, forse sono stati i terroristi». Evitiamo queste figure. Trovino i colpevoli. Li cerchino magari dalle parti di Internet, tra quel fanatismo che va a caccia di manuali per costruire bombe artigianali. E’ una strage mancata senza precedenti per tipologia e motivazioni, al momento non espresse come di regola accade per azioni di tipo politico o religioso.

UNA VAGHEZZA che rende fondato l’appello del ministro Cancellieri. Ci servono più servizi di intelligence, gli unici da cui possiamo attenderci risultati, senza ipotizzare patetici impieghi di soldati messi agli angoli delle strade a far la guardia al bidone. Cercateli e fate presto a trovarli. Perché la bomba di Brindisi ha aggiunto insicurezza a quella nella quale già affondiamo, insicurezza di farcela nel tirare avanti, nel lavoro, nei progetti, nel futuro. Sensazione estrema che porta a rifiutare tutto e porta alla protesta del voto gridato, che non serve a nulla. Ma è pur sempre da preferire alla sfiducia assoluta di chi non trova nemmeno la forza di prendere in mano una scheda elettorale.