Voto, tre possibili scelte

Bisogna essere molto algidi o molto snob per liquidare come appassionanti queste elezioni, basta avere un po’ di sangue latino nelle vene per pensarle invece inquietanti e precedute da una campagna elettorale deprimente e appena un po’ meno violenta di quella ucraina. Ma anche in questo caso si rischia di essere generici perché si generalizza il […]

Bisogna essere molto algidi o molto snob per liquidare come appassionanti queste elezioni, basta avere un po’ di sangue latino nelle vene per pensarle invece inquietanti e precedute da una campagna elettorale deprimente e appena un po’ meno violenta di quella ucraina. Ma anche in questo caso si rischia di essere generici perché si generalizza il comportamento di uno come fosse quello di tutti, invece così non è, a dimostrazione di un sospetto secondo il quale non esiste una sola Italia ma semmai ce ne sono tre, come i tre principali partiti che si contendono il podio. Una varietà di scelta che non risponde sempre al tradizionale modo di pensare la politica tra destra e sinistra se è vero che un’incognita riguarda il risultato del Movimento a 5 stelle, che ha imposto le sue regole sulla partita, disponendo che la vince chi grida e aggredisce di più. Renzi un po’ è cascato nella trappola, invece di trattare con sufficienza il comico. Se avremo un’Italia grillina lo sapremo al più tardi domani, di certo è un’incognita quel silenzio che circonda quella parte di elettorato di area centrodestra che si scopre tentato dalla voglia di unirsi alla rabbia del M5s. Indotto magari dalla falsa percezione che chi è prepotente è anche forte. Rispondendo ad analoghe tendenze trasversali anche la lista del presidente del consiglio Renzi spera di avvantaggiarsi di un certo smarrimento che riguarda quelli che non hanno voglia di votare, tant’è che Renzi  ha rivolto un appello agli indecisi o a coloro che meditano di astenersi, nonché a coloro che sono tentati da Grillo, invitandoli a votare per la sua lista, che  proprio per non spaventare i moderati, dice, rappresenta non il Pd ma l’Italia.

Ma il governo proprio per l’inesperienza dei suoi giovani ministri e per le faide interne al Pd non ha sempre dato il meglio di sé e questo nell’urna peserà. Poi c’è la terza Italia ed è quella rappresentata da Silvio Berlusconi, che in condizioni di grande difficoltà personale ha guidato, come la situazione poteva consentirgli, la battaglia elettorale. Il vasto bacino di voti di cui poteva disporre non c’è più, ma mai sottovalutare la storica prudenza dell’elettorato moderato, che pur di non votare a sinistra è disposto a turarsi non uno, ma mille nasi. E semmai per questi milioni di elettori rimane sempre l’opzione di starsene a casa come ripiego per non saltare il fosso. Più difficile immaginare che cosa accadrà nel cosmo della destra diviso in varie liste, che se dovessero rientrare nell’alveo di un unico contenitore, inevitabilmente provocherebbero ripercussioni sulla durata del governo e sulla guida che seguirà a Berlusconi. In definitiva, dobbiamo ancora capire se questo sarà un voto per l’Europa, di sicuro possiamo dire che sarà un voto sull’Italia, paese che ha sempre avuto una maggioranza moderata, che è rimasta maggioranza anche quando si è fatta silenziosa e che oggi si trova di fronte ad un bivio.

berlusconi elezioni europee Grillo movimento 5 stelle renzi