Che cos’è una vergogna

CHE COSA vuol dire strage della vergogna, come abbiamo titolato l’altro ieri l’ultima tragedia che si è consumata davanti alle coste di Lampedusa, dove sono morti centinaia di giovani africani? Non vuol dire sicuramente che è una vergogna dell’Italia, che è il paese ospite, ma può voler dire che è una vergogna anche dell’Italia, che […]

CHE COSA vuol dire strage della vergogna, come abbiamo titolato l’altro ieri l’ultima tragedia che si è consumata davanti alle coste di Lampedusa, dove sono morti centinaia di giovani africani? Non vuol dire sicuramente che è una vergogna dell’Italia, che è il paese ospite, ma può voler dire che è una vergogna anche dell’Italia, che ha affrontato finora il problema dell’immigrazione con metodi che si sono rivelati inadeguati, dalla legge Martelli fino alla Bossi-Fini. Dopo giorni e giorni in cui tutti, quasi tutti, dicono un gran male della Bossi-Fini, ho verificato che nessuno sa che cosa essa preveda e questo dà la misura della superficialità della politica dove più che l’esattezza conta il discredito e poiché questa legge fa riferimento a un ex vicepremier e a un ex ministro che sono entrambi in disgrazia, più che andare a vedere che cosa preveda la Bossi-Fini se ne parla male perché porta questo nome.

 

FATTA la premessa dirò che la Bossi Fini prevede il reato di favoreggiamento della clandestinità e questo è un punto su cui discutere.

La legge può essere corretta ma non si può imputarle di essere applicata male, perché la responsabilità è di altri, autorità, magistratura. Si può discutere sul reato di clandestinità ma non si può impedire che un paese sorvegli le sue frontiere e non dico difenda perché mi pare un termine improprio accostato a esseri umani che sono alla ricerca di un futuro migliore di quanto non sappia loro riservare l’Africa. Pare invece assurdo che i pescatori evitino di soccorrere i naufraghi per non essere accusati di favoreggiamento della clandestinità, timore che potrebbe aver aggravato il bilancio dell’ultima tragedia perché tre pescherecci non si sono fermati a soccorrere i passeggeri della carretta del mare che era in fiamme. Il legislatore dovrebbe rassicurare che nulla verrà imputato al soccorritore, in modo tale che nessuno sia sfiorato dal sospetto di poter essere accusato di essere un trafficante di uomini.

 

INOLTRE vorrei annotare che quando si parla di problemi come questi dovremmo ricorrere ad una maggiore esattezza lessicale, perché sento usare parole improprie come schiavi, schiavismo, mafia e cose del genere. È certamente infame che si speculi sul desiderio di questi giovani di poter venire in Europa ed è proprio questa aspirazione che non li avvicina agli schiavi ma agli uomini liberi in cerca di libertà. Così come è infondato che si usino espressioni come difesa della sovranità territoriale sapendo che il fenomeno dell’immigrazione clandestina non minaccia l’integrità del paese, piuttosto comporta problematiche sociali rilevanti. Trovo infine intollerabile che sulla pelle di questi esseri ci siano politici che pontificano, fingono di esserne i paladini e sfruttano per un vantaggio personale un dramma epocale. E questa sì che è una vergogna.

di Giovanni Morandi