SE SI associa il Nuovo Centro Destra, nome sfigatissimo del nuovo partito, ai volti di Formigoni e Cicchitto si è inesorabilmente indotti a chiederci che cosa possa esserci di nuovo. Se poi si pensa a Forza Italia, dove troviamo la Santanché e la Gelmini, allora si può capire perché si chiami Forza Italia, perché deve mettercela proprio tutta, povera Italia, per farcela, avendo a che fare con gente così. Dunque il dramma è stato consumato, da ora Alfano e Berlusconi litigheranno a distanza, ma non più di tanto, perché sono figli delle stesse idee e potrebbero sempre tornare insieme. I veri problemi restano per l’elettorato moderato che dovrebbe scegliere tra queste due possibilità del vecchio che avanza. Come finirà è difficile dire, avendo come esperienze quasi solo le scissioni dei socialisti, veri specializzati nel dividersi in due, tre quattro, cinque, il Psi, il Psdi, il Psiup, il Psri, il Psu, una saga di divorzi, indotti da spiriti bollenti e romagnoli.

DIVORZI che certo non sono estensibili al brodino caldo del centrodestra, la cui crisi è semmai l’effetto del declino di Berlusconi, alla fine di un’epoca durata vent’anni.
Questa valutazione dovrebbe suonare come un avvertimento a Berlusconi stesso e all’opportunità, per lui, di voler rimanere il capo, ruolo che comunque, se vuole, può continuare a conservare o cedere ad altri. Ma a chi?
Tanto per non perdere tempo, non stia a guardarsi attorno, perché tra i cortigiani che si ritrova non ce n’è uno buono e in grado. Non ce ne sono nemmeno nel drappello ridicolo dei quei ragazzotti che sono apparsi sui giornali con la camicia bianca e la cravatta, vent’anni con l’aria di quelli che giocano agli ometti. No, quelli vanno bene per Pitti Uomo, ed evidentemente chi sta appiccicato a Berlusconi non ha ancora capito né lo capirà mai che alla politica servono altri giovani, non importa se belli o brutti ma di certo dotati di testa non di cravatta.
ANZI, diciamolo fino in fondo, siamo francamente stufi della politica che pensa solo all’apparenza e magari ad arrampicarsi e arricchirsi presto. Ci vuole un uomo (o una donna) nuovo, da qualche parte deve pur esserci, che prenda la decisione di abbandonare il lavoro che l’ha occupato finora e darsi alla politica per rimettere in piedi l’Italia, consapevole che in questo Paese c’è un elettorato in maggioranza moderato che si trova di fronte allo sfacelo che sappiamo.

C’È GIÀ un politico all’altezza? Si ha motivo di dubitarne, ma di certo serve un uomo nuovo (o una donna) che sappia confrontarsi con Matteo Renzi, che guiderà la sinistra. E smettiamola di continuare a parlare di centrodestra e centrosinistra, frutti di un’ipocrisia politicamente corretta, parliamo, com’è sempre successo sin dal Risorgimento, di destra e di sinistra. Dunque. Cercasi per la destra un capo capace, determinato e carismatico, possibilmente non di seconda mano. E di comprovata inesperienza.