POTRÀ essere antipatico fare questi confronti ma solo un anno fa, a me pare siano passati secoli ma è solo un anno, ovvero ai tempi del governo Monti, eravamo inchiodati all’idea che certe cose potevano essere capite solo da pochi e che o eri un professorone o eri tagliato fuori. Poi è arrivato uno come Letta, con la sua inconfondibile aria da democristiano, avete visto quando al vertice europeo parla con la Merkel e le sta spiegando in una delle due lingue che parla in modo fluente (anche questo conta) cosa si deve fare e cosa no, e gesticola con le mani, fateci caso, come fanno i preti e come facevano i democristiani, con i due pollici che si toccano ad indicare un punto d’arrivo e un discorso da seguire con le orecchie e con gli occhi, ebbene anche uno con quell’aria democristiana così apparentemente remissiva è riuscito a imporsi e non solo a portare a casa un ottimo risultato per aiutare l’occupazione dei giovani ma anche a farsi capire dai premier europei e dagli italiani che non sono laureati alla Bocconi. Questo risultato ha un significato molto importante.

L’AVER portato a casa dalla Ue risorse per 1,5 miliardi, sui quali è giusto riporre un’adegata fiducia per la ripresa, segna la riaffermazione del primato della politica sulla tecnocrazia, la quale aveva tentato di depoliticizzare il sistema finendo però e per fortuna miseramente sconfitta, non tanto per effetto dell’allontanamento di Monti, che comunque meriti — non quello della modestia — ha avuto, quanto per effetto di questo successo di Letta ottenuto a livello internazionale. Insomma a differenza di un anno fa oggi abbiamo capito che per guidare il paese sia pure in una situazione di emergenza come questa non basta avere la competenza tecnica ma bisogna avere prima di tutto la capacità politica di intercettare i problemi, le attese dei cittadini, le loro difficoltà, le urgenze, è importante saper spiegare le ragioni di una azione di governo e riuscire a farsi seguire, cosa che come ci indicano i sondaggi, l’attuale premier, nonostante le insofferenze interne alla maggioranza, riesce a fare.

DETTO questo lungi da noi voler aprire un processo di beatificazione per Letta, troppe sono le delusioni da cui siamo passati per poter concedere a chicchessia carta bianca, e perciò perché questa capacità politica di farsi capire e seguire possa essere comprovata, sarà bene che Letta pensi subito ad un alleggerimento della pressione fiscale mettendo mano ai tagli della spesa pubblica e all’immenso patrimonio immobiliare dello Stato, le cui esatte dimensioni, come dice Brunetta, sono come la ricetta della Coca Cola. Lo Stato ha immobili per 550 miliardi e la macchina dello Stato ci costa ogni anno 800 miliardi. Basterebbe recuperare qualche decina di miliardi per poter smettere di aumentare le tasse e poter cominciare a vivere in modo normale. Questo lo capiscono tutti ed è perfino un quadro che ci rassicura perché capiamo che il risultato non sarebbe affatto irraggiungibile sempre che lo volessimo. L’importante è che il governo non cominci a fare melina, a nominare commissari all’uopo e sottocommissari tanto per rinviare il problema. Insomma, come si legge in certi annunci, astenersi perditempo.

di Giovanni Morandi