ALLORA, come si vede, gli scandali politici, con giri di mazzette, tangenti e compagnia bella, continuano anche dopo Berlusconi. Insomma non erano una specialità esclusiva dei tempi del Cavaliere, tant’è che l’allegra brigata continua a darsi daffare anche ora. E soltanto perché è noioso ripetersi non dirò che aveva ragione Craxi quando disse che i ladri erano dappertutto e che non c’era partito, lui pensava ai comunisti, che ne fosse immune. Basta guardare che cosa sta accadendo in questi giorni, si va dagli scandali lombardi, nei quali sono dentro fino al collo la Lega, ma non erano diversi?, e il Pdl. Passando da Bologna per una faccenda familistica del governatore e per la dolce vita della Margherita di Lusi, fino ad arrivare alle estreme propaggini dell’Italia, poi dicono che non è unita, con il simpatico Michele Emiliano, sindaco star della sinistra, che ho avuto il piacere di conoscere, quando mi interrogò nel 2011, perché in Albania avevo tirato fuori lo scandalo Arcobaleno, un fiume di miliardi di aiuti ai tempi del governo D’Alema, e lui era titolare dell’inchiesta. Mi rammento che mi chiese tante cose su quello che avevo scritto ma ebbi l’impressione che fosse poco convinto.

FATTO STA che lui poi diventò sindaco della sinistra, uomo di D’Alema, e l’inchiesta mi pare sia finita in prescrizione. Vedi un po’ le coincidenze, ma è tutta roba vecchia che si conosce già, mentre invece non si è ancora ben capito come il buon Emiliano abbia accettato un po’ di pesce in regalo, due cozze, un po’ di ostriche e uno champagnino, da un signore imprenditore che ha avuto un’esenzione degli oneri di urbanizzazione pari a 3 milioni di euro. Care le mie cozze, ma anche in questo caso magari è la solita coincidenza e i maligni ci speculano. Resta il fatto che anche questi piccoli episodi dimostrano o almeno inducono a pensare che queste imbarazzanti marachelle capitano perché evidentemente i partiti non ce la fanno ad andare avanti con i soli finanziamenti pubblici e perciò si arrangiano, fanno lavoretti extra, e beati loro che li trovano perché i poveri cristi non trovano più nemmeno quelli regolari figuriamoci gli extra.

QUI PERÒ IL DISCORSO ci porta inevitabilmente alla questione finanziamento pubblico e qualità della classe politica. Dal ’94 al 2008 i partiti ci sono costati quasi 2 miliardi e mezzo, che, per capirci, è una cifra pari a quella stimata per pagare gli ammortizzatori sociali nella riforma del lavoro. E così sarebbero di sicuro spesi meglio di come li abbiano dissipati i partiti. Ma il vero problema non è tanto trasformarci tutti in guardie e ladri, per trovare il modo che non rubino. Il problema vero è cambiare, rinnovare la classe politica, tutta o quasi tutta, perché ormai l’abbiamo capito, ci sono troppi mascalzoni e però ci sono anche galantuomini, ma questi finiscono inevitabilmente per rimanere nell’ombra per colpa degli altri. Ci vuole una nuova legge elettorale e a casa gli intrallazzatori. O ci penseranno i partiti da soli o ci penseranno gli elettori a mandarceli. E per favore finiamola con il dire, come ha fatto Formigoni in questi giorni con Lega e centrodestra: «Mi auguro che gli indagati possano dimostrare la loro estraneità». È diventata un’inconsistente formuletta. A casa, altroché.