Zio e nipote, commedia all’italiana

MI DICONO che è stato posto, da più parti, un veto al premier incaricato Enrico Letta: vietato prendere lo zio Gianni nella sua squadra. Sarebbe un caso di nepotismo, sia pure alla rovescia, nel senso che il nipote è adesso il capo del governo, mentre il secondo è il capostipite. Il veto mi sembra una […]

MI DICONO che è stato posto, da più parti, un veto al premier incaricato Enrico Letta: vietato prendere lo zio Gianni nella sua squadra. Sarebbe un caso di nepotismo, sia pure alla rovescia, nel senso che il nipote è adesso il capo del governo, mentre il secondo è il capostipite.

Il veto mi sembra una commedia all’italiana: è come se zio Gianni dovesse implorare una raccomandazione per entrare, in quota Berlusconi nel governo del nipote, dopo avere ricoperto, per vent’anni, il ruolo di deus ex machina di altri esecutivi targati molto diversamente. La vicenda è paradossale anche per un altro aspetto: soprattutto quelli del Pd, ma non solo, continuano a gridare all’untore e a sostenere che, mai e poi mai, si vogliono mischiare agli uomini del Cavaliere, ma, alla fine, scopri che ci sarebbe un embargo su Gianni solo per via della parentela con Enrico.

Anche se, spesso e volentieri, siamo davvero “parenti serpenti”, la verità è un’altra: da tempi remoti ci accaniamo a dividerci tra guelfi e ghibellini, ma poi ci assomigliamo come gocce d’acqua. Siamo tutti italiani. E teniamo pure famiglia

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net