Viaggiare nella notte

L’ALTRA NOTTE ho partecipato al viaggio pre-inaugurale, da Venezia a Trieste, della “Diadema”, la nuova nave ammiraglia della Costa Crociere. Luci rutilanti, aperitivi, feste danzanti, maschere di Halloween, fuochi d’artificio e, considerando i precedenti, corsi per la sicurezza dei passeggeri, con un comandante, Garbarino, assai diverso dal tristemente famoso Schettino.  Uno scenario con un “must”: […]

L’ALTRA NOTTE ho partecipato al viaggio pre-inaugurale, da Venezia a Trieste, della “Diadema”, la nuova nave ammiraglia della Costa Crociere. Luci rutilanti, aperitivi, feste danzanti, maschere di Halloween, fuochi d’artificio e, considerando i precedenti, corsi per la sicurezza dei passeggeri, con un comandante, Garbarino, assai diverso dal tristemente famoso Schettino.  Uno scenario con un “must”: bisognava divertirsi a tutti i costi. Poi la nave è partita e si è immersa nell’oscurità autunnale dell’Adriatico. Non era una notte buia e tempestosa, ma il color nero pece dominava su tutto, in un silenzio quasi irreale, rotto solo dallo sciabordio dei flutti che s’infrangevano sullo scafo, dieci piani più sotto.  Più che la notte delle streghe, sembrava la notte dei fantasmi: non c’era, neppure, il chiarore della luna. Mi è sembrato che quelle tenebre che avvolgevano la “Diadema” e i suoi passeggeri assomigliassero molto all’atmosfera dell’Italia d’oggi.

 DA QUANTO TEMPO, ormai, i nostri politici ed economisti ci dicono di vedere la luce in fondo al tunnel? Continuiamo a navigare, invece, in un buio pesto, senza punti di riferimento o rotte sicure. Passano i giorni e, nonostante Renzi cerchi, in tutti i modi, di infondere ottimismo, osserviamo sempre nuove crisi, aziende che chiudono con altri disoccupati, cortei sindacali di protesta, mentre un’Europa inflessibile e lontana ci guarda con malcelato disprezzo. Le promesse non bastano più, oggi abbiamo bisogno di segnali concreti per sperare in un domani migliore.

IL GRANDE Eduardo De Filippo – che ricordiamo come se fosse scomparso ieri e non trent’anni fa – diceva che deve passare la nuttata, ma questa notte non sembra finire, davvero, mai. Per fortuna che, in mezzo a tanta oscurità, riusciamo a intravedere, ancora, qualche timido bagliore. È il caso di Giorgio Napolitano, che, come dimostrano le sue dichiarazioni davanti ai giudici o il ruolo che ha avuto per la scelta di Gentiloni agli Esteri, dimostra di essere, ancora, validamente in trincea, alla faccia di chi crede che la giovinezza sia solo un dato anagrafico. Sappiamo che il Capo dello Stato avrebbe manifestato l’intenzione di lasciare all’inizio del 2015: anche se oggi, grazie a Renzi, vanno di moda soprattutto i quarantenni, non sarebbe proprio male che, di questi tempi, l’inquilino del Colle resistesse ancora un poco. Per sperare nell’alba, abbiamo bisogno anche di un signore di novant’anni.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net