QUALCHE GIORNO fa, in una mattinata autunnale di sole, incontro il segretario della Lega, Matteo Salvini, davanti al Palazzo della Regione Lombardia. Ha un diavolo per capello perché ha appena saputo che Berlusconi avrebbe dichiarato forfait al comizio (ci sarà anche la Meloni) in programma oggi a Bologna. Mi limito a ricordare all’uomo forte del Carroccio che l’ex Cavaliere è abituato a sorprendere e che, finché non viene detta l’ultima parola, sono possibili repentini colpi di scena. Anche perché, in ogni caso, Forza Italia sembra oggi trovarsi in una specie di cul de sac e l’alleanza con i lumbard è la strada obbligata per alimentare qualche speranza di vittoria, a Milano e non solo. Bene ha fatto, quindi, Berlusconi a ripensarci e a non dare retta alle voci contrarie del suo cerchio magico: scenderà così in campo sotto le Due Torri. È chiaro che, a questo punto, non è in gioco il ruolo più o meno subalterno di Forza Italia ai leghisti, ma è a rischio la tenuta stessa dell’intero schieramento dei moderati nelle elezioni di primavera.

SAPPIAMO TUTTI che il partito di Silvio deve pagare un grosso scotto: negli ultimi due anni – tra i fedelissimi di Alfano, gli uomini di Fitto (che, per confondere le acque, terrà oggi una convention a Roma), quelli del Gal, i seguaci di Verdini e pure Bondi e signora – i berlusconiani hanno perso sempre più parlamentari e senza tutte queste defezioni avrebbero avuto un ruolo di primo piano in molte città alla pari con democratici e grillini. Facendo, dunque, di necessità virtù, i padani, al di là di certe evidenti differenze nei programmi, sono diventati compagni di viaggio indispensabili per gli azzurri.

GIÀ OLTRE VENT’ANNI fa Berlusconi aveva stretto una santa alleanza con Bossi e, per tenerselo buono, si era dimostrato disposto a tutto: ospitare persino il Senatur in canottiera ad Arcore. Allora la Lega non era certo in una posizione di forza come succede nell’anno di grazia 2015, eppure l’ex Cavaliere non ci pensò due volte. A maggior ragione, il matrimonio è necessario con questi chiari di luna, anche se certe prese di posizione salviniane, giudicate troppo populiste da alcuni berlusconiani, possono far storcere il naso all’entourage di Forza Italia. D’altra parte, sappiamo come Silvio sia legato alla scaramanzia e non perda d’occhio i corsi e ricorsi della cabala. E, in questi giorni, nella mente di Berlusconi sarà spesso riaffiorato il ricordo di un’altra sua visita nella città rossa per eccellenza, Bologna. Alla fine del 2007 tenne in piazza Galvani, in pieno centro, un affollatissimo comizio: quella puntata nella tana del lupo gli portò davvero fortuna. Da lì cominciò, infatti, la grande rimonta dei moderati che consentì al centro-destra di vincere alle Politiche della primavera del 2008. Per concludere, al di là delle simpatie e delle antipatie personali, il “Berlusca” ha saltato il fosso per una ragione molto semplice: per non restare digiuni nel risiko delle prossime elezioni è più che mai necessario sorbirsi il patto dei tortellini con Salvini. [email protected]