COME SE non bastassero i No-Tav dell’alta velocità, ci si mettono, adesso, i No-Tav della Federcalcio che, in quest’estate 2014, imperversano contro un altro chiacchierato Tav, nel senso di Tavecchio, il Carletto delle banane designato alla guida della Figc.  Al di là di quell’infelice battuta sui giocatori africani che sbarcano sui nostri campi, più i giorni passano e più il delfino (a 71 anni) di Abete diventa indifendibile. Giorno dopo giorno, si scoprono, infatti, altri dettagli sulla precedente vita di Tavecchio: a questo punto, per evitare qualsiasi strumentalizzazione, anche Demetrio Albertini, l’altro candidato, deve farsi da parte. Ci vuole un commissario, come già indicato da diverse società. Che lunedì, dunque, ci sia la tanto attesa fumata bianca sulla terza soluzione…  Perché, diciamo la verità, non ne possiamo più di questa telenovela Tavecchio-sì, Tavecchio-no. L’economia sta crollando, la recessione avanza, il pan ci manca e noi continuiamo a dedicare lenzuolate di giornale al chiacchierato cambio della guardia alla Federazione Italiana Giuoco Calcio. Non sarebbe il caso, piuttosto, di occuparci seriamente dei gravi problemi che stanno affondando il Belpaese? Per il bene dell’Italia siamo pronti a scambiare la figurina di Tavecchio con quella del successore di Cottarelli (ci manca…) che, anziché le banane, dovrà sbucciare la patata bollente della “spending review”.
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