Fisco sempre più amaro: ogni giorno, una novità per il povero contribuente, indifeso e ignudo. Prendete il caso dell’aumento dell’Iva: quando slittò a luglio, tutti eravamo convinti che, in settembre, si sarebbe trovato il modo di sterilizzare la stangatina, che poi è molto più che una stangatina, come è successo, ad esempio, con l’Imu sulla prima casa, salvo, poi, rifarsi sulle abitazioni di lusso.

Adesso scopriamo, invece, che il governo non riesce a trovare il miliardo per coprire il mancato innalzamento dell’aliquota fiscale sui consumi. Sono sgomento: è mai possibile che non sia in grado di recuperare, nei risvolti del bilancio pubblico, la somma che avrebbe, comunque, un effetto-volano sui consumi delle famiglie? Tutto ciò proprio nel giorno in cui la Guardia di Finanza ha messo le mani su un giro di corruzione e di illeciti fiscali che coinvolge anche un ex-dirigente ed un impiegato di Equitalia: dopo il danno per i contribuenti onesti, la beffa.

Siamo davvero un Paese allo sbando: da una parte non riusciamo neppure a trovare un miliardino che avrebbe un effetto tonificante per la ripresa, dall’altra continuiamo a rinviare il piano di dismissioni dei beni dello Stato, più volte annunciato e mai messo in pratica. Cosa aspetta il premier Letta a dare il via a quelle privatizzazioni che potranno evitare ulteriori prelievi nelle tasche dei cittadini? Quando, finalmente, si volterà pagina senza gravare sulle spalle dei soliti noti? Siamo in zona Cesarini: o il governo trova subito una via d’uscita sull’Iva, o gli italiani che pagano le tasse hanno tutte le ragioni per sentirsi presi in giro.
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