Una campagna a colpi di cani

HO SEMPRE AVUTO un debole per i cani e quando, qualche anno fa, è morto il mio amico “Scoop”, un golden retriever affettuosissimo, quarantacinque chili di dolcezza, simpatia e allegro disordine, ho pianto. Scriveva Lord Byron sulla lapide del suo fedele quattrozampe, un terranova di nome Boatswain: «In questo luogo sono deposti i resti di […]

HO SEMPRE AVUTO un debole per i cani e quando, qualche anno fa, è morto il mio amico “Scoop”, un golden retriever affettuosissimo, quarantacinque chili di dolcezza, simpatia e allegro disordine, ho pianto. Scriveva Lord Byron sulla lapide del suo fedele quattrozampe, un terranova di nome Boatswain: «In questo luogo sono deposti i resti di colui che possedette bellezza senza vanità, forza senza insolenza, coraggio senza ferocia e tutte le virtù dell’uomo senza i suoi vizi… Queste pietre segnano il posto di un amico. Uno solo ne ho conosciuto e qui riposa».   Tutto questo, per dire che stravedo per i cani: e, quindi, non mi piace affatto che siano strumentalizzati a fini elettorali.

È SUCCESSO invece che, l’altro giorno, Silvio Berlusconi si sia fatto fotografare con una bastardina in braccio. Passano due giorni e anche Mario Monti appare in televisione con il suo nuovo cagnolino, Empy, ripreso nelle sue prime peripezie in casa sotto l’occhio attento della signora Elsa. Intendiamoci, non dico che il Cavaliere e il Professore non siano amanti dei cani. Posso anzi confermare che, anni addietro, tutte le sere che tornavo a casa dal giornale, vedevo passeggiare Supermario con il suo Fido al guinzaglio per fargli fare la pipì prima di andare a cuccia.

È VERO CHE, in campagna elettorale, tutto fa brodo, ma io credo che il duello debba svolgersi usando le armi tradizionali, come possono essere le tasse, il lavoro, o la cura da adottare per far dimagrire il pachiderma statale (a proposito: che fine ha fatto la prevista riduzione delle Province?). Di questo passo, mi chiedo quando saremo costretti ad assistere alla passerella di Bersani magari con un bel bulldog o di Fini con un cane lupo o di Casini con un barboncino bianco. È vero, noi “umani” dovremmo prendere esempio dai nostri compagni fedeli. A cominciare dai politici, sempre pronti a cambiare casacca e a compiere piroette pazzesche: prima alleati, poi nemici e poi di nuovo pappa e ciccia.

Proprio perché, in tanti casi, i cani sono migliori di noi, si è, dunque, diffusa la moda di fare leva sui nostri amici a quattrozampe per aumentare la popolarità dei leader. Una moda importata, come capita spesso, dagli Stati Uniti: l’altro giorno i giornali di tutto il mondo hanno a lungo parlato della morte di Barney, il “first dog” del presidente George Bush, un fox terrier che è stato al fianco dell’inquilino della Casa Bianca per due mandati Mi chiedo: quando sarà il turno dei gatti?

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net