Un sospiro di sollievo

Da Bergamo un sospiro di sollievo per la tenuta del sistema bancario italiano dopo il caso Montepaschi di Siena. Il governatore della Banca d’Italia, Vincenzo Visco, che ha parlato ieri all’assemblea del Forex, ha dipinto, infatti, uno scenario meno drammatico di quanto si poteva arguire dalla lettura, spesso deformata dal clima elettorale e dalle tante strumentalizzazioni, […]

Da Bergamo un sospiro di sollievo per la tenuta del sistema bancario italiano dopo il caso Montepaschi di Siena. Il governatore della Banca d’Italia, Vincenzo Visco, che ha parlato ieri all’assemblea del Forex, ha dipinto, infatti, uno scenario meno drammatico di quanto si poteva arguire dalla lettura, spesso deformata dal clima elettorale e dalle tante strumentalizzazioni, degli ultimi avvenimenti.

Al di là delle eventuali responsabilità dell’istituto centrale sull’attività di vigilanza – che ha appena avuto l’assoluzione del presidente della Bce, Mario Draghi -, la situazione appare ora sotto controllo, anche se il livello di guardia resta alto, tanto è vero che il governatore ha chiesto un potere di rimozione di Via Nazionale dei top manager bancari.

Secondo Visco, che parlava per la prima volta “ex-cathedra” sulla vicenda dell’istituto toscano (uno dei quattro interventi ufficiali nel corso dell’anno), non dovrebbero, insomma, esserci crac in vista. E il suo ottimismo si può basare su una ragione molto semplice: se la vicenda dei derivati si fosse drammaticamente diffusa a macchia d’olio, sarebbero già scattati i commissariamenti delle banche in bilico, a cominciare ovviamente dalla stessa Mps.

Insomma, il fatto che non sia suonata l’emergenza, è la conferma che, al momento, non sembra esistere un problema di criticità generale del sistema. Resta, comunque, la gravità dei comportamenti molto disinvolti e poco etici, se provati, di alcuni amministratori senesi coinvolti nell’inchiesta giudiziaria, ma questo è un altro paio di maniche. È un discorso che pone, davvero, seri interrogativi sul comportamento tenuto da alcune banche: la speranza è che il cambio della guardia al vertice dell’Abi – con le dimissioni di Giuseppe Mussari, che appare ora precocemente invecchiato, e l’arrivo di Antonio Patuelli -, serva davvero a fare voltare definitivamente pagina.

Resta il problema dei cosiddetti interventi statali a fondo perduto a favore della Mps. Molti politici – e, stranamente, persino Roberto Maroni, protagonista ieri del Forum al “Giorno” -, hanno gridato allo scandalo, considerando l’entità degli aiuti elargiti attraverso i cosiddetti “Monti bond” (qualcosa come tre miliardi e 900 milioni di euro). Con quei soldi, è stato detto più volte, il governo Monti avrebbe potuto abolire da subito i versamenti degli italiani destinati all’Imu sulla prima casa. In realtà – e, una volta per tutte, cerchiamo di chiarire quest’aspetto della vicenda -, si tratta di un prestito che il Montepaschi deve rimborsare pagando interessi che raggiungono il 9%. Sempreché il quadro rassicurante sulla banca fornito da Visco si confermi nei prossimi mesi, non si tratta, quindi, di un’operazione in perdita per le casse pubbliche. Anzi, se consideriamo che i collocamenti di Bot, Cct e Btp, costano attualmente allo Stato attorno al 3%, sull’operazione senese ci dovrebbe essere uno “spread” positivo per le casse pubbliche del 6%. E, di questi tempi, non è certo poco. Dunque, dopo tante sofferenze (monetarie e morali), finalmente una boccata d’ossigeno per il risparmiatore italiano. È la buona notizia della giornata.