MANCA, ORMAI, una manciata di giorni alle primarie milanesi del Pd, ma la corsa a Palazzo Marino, invece di chiarirsi, si sta complicando sempre più. Se solo qualche settimana fa Giuseppe Sala, che resta nettamente il favorito, appariva l’uomo solo al comando, ora i sondaggisti sembrano meno sicuri della vittoria di mister Expo. Da una parte, infatti, non c’è ancora l’indicazione precisa del sindaco uscente Pisapia che dovrebbe far confluire il proprio pacchetto di voti sulla Balzani, la sua vice, dall’altra qualche giornale rimesta nel torbido su certe complicazioni giudiziarie che coinvolgono l’ex commissario. Saranno tutti “ballon d’essai”, ma, intanto, la ridda di voci non giova certo al manager prestato alla politica. Se Atene piange, Sparta non ride. Nel senso che anche nel centro-destra i problemi aumentano con l’avvicinarsi della scadenza elettorale.  Forza Italia e Lega, in questi mesi, hanno più volte sostenuto l’intenzione di voler attendere l’esito delle primarie degli avversari  per poi annunciare il nome del proprio candidato, ma, al di là delle dichiarazioni, l’incertezza sembra regnare sovrana come prima, più di prima.

SAPPIAMO tutto sulle candidature di Sallusti e Del Debbio che, in realtà, non sono mai veramente decollate. Conosciamo pure il passo indietro di Salvini, l’unico del centro-destra capace, sulla carta, di vincere, che, nonostante i tanti inviti a gettarsi nella mischia, continua a dire di no. E allora? Qualcuno ha ipotizzato la possibilità  che, alla fine, Berlusconi si decida a dirottare i voti su Corrado Passera, un altro manager prestato alla politica, entrato in lizza fin dal giugno scorso come outsider e ago della bilancia tra i due schieramenti di destra e di sinistra. Sulla carta, l’ex olivettiano potrebbe, in effetti, intercettare i voti dell’elettorato moderato e liberale che chiede competenza, esperienza ed onestà. L’uomo giusto al posto giusto anche perché, non dimentichiamolo, Passera ha già lavorato molto bene alla guida di una grande amministrazione pubblica come le Poste.

HO, QUINDI, cercato di capire se, nelle file dei moderati, potesse prendere corpo una simile candidatura ma ho ricevuto diversi secchi “no”. Due i motivi di questo ostracismo: Passera, agli occhi dell’ex Cavaliere, resterebbe, comunque, come l’uomo che ha contribuito a scalzare l’ultimo governo da lui presieduto. Corrado era, infatti il braccio destro (anche se per poco) di Mario Monti. Sul suo nome ci sarebbe pure il veto della Lega che lo considera troppo prono alla sinistra. Peccato, salvo ripensamenti dell’ultima ora, perché l’ex imprenditore potrebbe forse togliere qualche castagna dal fuoco di Forza Italia e del Carroccio. A questo punto dal cilindro di Silvio e Matteo potrebbe saltare fuori un coniglietto chiamato Vittorio Sgarbi che Berlusconi vorrebbe schierare, piuttosto a Bologna o a Trieste. Si naviga, insomma, a vista: la confusione regna sovrana e gli elettori si sentono un po’ disorientati. Proprio per cercare  di chiarirci le idee, il “Giorno” ha in programma, nelle prossime settimane, interviste e forum con i candidati in pista: quando è in gioco la scelta del sindaco – e stiamo parlando di Milano, l’unica città italiana veramente europea -, non è mai troppo tardi per mettere sotto la lente di ingrandimento i candidati in lizza.

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