HO COMINCIATO ad avere i primi dubbi su Angelino Alfano, subito dopo la sua elezione, avvenuta quasi all’unanimità, a segretario dell’ormai defunto Pdl: dietro una parlantina eccezionale, per quanto mi sforzassi, non riuscivo a vedere la statura di un grande politico e, anzi, spesso e volentieri, mi sembrava che dicesse una cosa e poi ne facesse un’altra.

IL GIOVANE SICILIANO possedeva un certo fiuto politico, sapeva a memoria i nomi di tutti i suoi parlamentari, era molto affabile e rispondeva agli sms che gli spedivi, sembrava davvero il segretario di tutti, ma dietro il sorriso cordiale, però, niente. Quando c’era qualcosa di delicato, si defilava subito: “Su questo decide Berlusconi!”, rispondeva.
Pensavo che, nell’autunno scorso, dopo essere stato bruciato alle ventilate primarie del partito che poi non si sono fatte, avrebbe cercato di conquistare, in qualche modo, un po’ di autonomia dai duri e puri. Niente: sempre allineato e coperto. Non parliamo, infine, dei suoi mesi al Viminale: sulla vicenda kazaka, lui, ovviamente, non sapeva nulla.
Ma, francamente, non mi aspettavo la timidezza, diciamo così, di sabato sera. Riassumo: l’altro pomeriggio si è tenuta, ad Arcore, la riunione con Silvio in cui è stato deciso di chiedere le dimissioni dei suoi nel governo Letta. Alfano, che è il segretario del partito, non era neppure presente al “summit”, ma quando gli hanno chiesto di impartire l’ordine di ritiro, Angelino non ha fiatato.

FORTUNATAMENTE per lui, ieri ha trovato un po’ di coraggio: sia pur dopo lo “j’accuse” di Cicchitto (“occorreva un dibattito interno prima di decidere!”), a cui sono seguite le prese di posizione di Quagliariello e della Lorenzin, pure Alfano ha preso le distanze dai “falchi”. L’ha fatto quando anche il suo amico Lupi, che non è certo un cuor di leone, ha espresso qualche dubbio sul “diktat”. Ieri pomeriggio il segretario ha comunicato che, pur restando leale al Cavaliere, sarà diversamente berlusconiano, se prevarranno gli estremismi. È già qualcosa rispetto all’assordante silenzio del giorno prima. E anche la Di Girolamo si è adeguata.
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