CERTE VOLTE, anche il governo Letta va a segno. È il caso della nomina del generale dei carabinieri, Giovanni Nistri, alla direzione generale del Grande Progetto Pompei. Finalmente la persona giusta al posto giusto. Conosco da anni l’uomo in nero, da quando, cioè, era responsabile del comando Tutela Patrimonio Culturale. Poi, nel 2010 era passato, prima a Firenze, al comando della Legione Toscana, e poi a Roma, alla guida della scuola degli allievi ufficiali della Benemerita.

Si vedeva che aveva nostalgia del vecchio incarico e parlava del suo impegno per salvaguardare le meravigliose vestigia del nostro passato con una passione contagiosa. Era così legato a quel mondo che aveva accettato, come per tenersi in allenamento, di diventare socio della più antica e prestigiosa accademia culturale della Romagna, la Filopatridi di Savignano sul Rubicone.
Adesso Nistri avrà pane per i suoi denti: Pompei ha assolutamente bisogno di un alto ufficiale dei carabinieri che sappia guidare con mano ferma il più grande gioiello dell’arte romana in Italia. Un paio di anni fa avevo visitato gli scavi archeologici con una delegazione parlamentare ed ero restato colpito dallo stato di degrado e di abbandono del sito, con custodi che non facevano i custodi, lavori di restauro lasciati a metà e decine di gatti randagi che vagavano tra le macerie e l’immondizia. Uno spettacolo indecoroso. In molti, lanciammo un grido d’allarme, ma, intanto, sono trascorsi altri 24 mesi. Mi auguro che il bravo generale riesca a recuperare il tempo perduto: tra l’altro, dovrà gestire 105 milioni di fondi europei e sono certo che lo farà per il meglio. Ieri ho chiamato Nistri per fargli i complimenti: mi ha solo detto di sentirsi dentro un frullatore. Nel frullatore spero ci finiscano, piuttosto, tutti coloro che, sotto gli occhi del mondo, hanno ridotto Pompei in simili condizioni.
[email protected]