Trigesimo del governo: mezzo requiem

SE QUESTO è il governo dei quarantenni, provo nostalgia per quegli esecutivi che sembravano tanti gerontocomi. È trascorso già un mese da quando Enrico Letta, con i suoi baldi giovanotti e le giovani pulzelle, ha giurato solennemente nelle mani di Napolitano, a dispetto degli spari davanti a Palazzo Chigi, ma finora la selvaggina messa nel […]

SE QUESTO è il governo dei quarantenni, provo nostalgia per quegli esecutivi che sembravano tanti gerontocomi. È trascorso già un mese da quando Enrico Letta, con i suoi baldi giovanotti e le giovani pulzelle, ha giurato solennemente nelle mani di Napolitano, a dispetto degli spari davanti a Palazzo Chigi, ma finora la selvaggina messa nel carniere è piuttosto scarsa. Sì, c’è stato il rinvio dell’Imu sulla prima casa, ma, appunto, di un semplice rinvio si tratta. Proroga che, peraltro, non è stata ancora raggiunta per il previsto aumento dell’Iva. E tutto il resto? Le misure chieste dalle imprese? Gli aiuti a favore dei giovani in cerca di prima occupazione? Le agevolazioni per sostenere export e consumi? Tutto tace, così come un cupo manto di silenzio ha avvolto la riforma elettorale dopo gli iniziali tentativi di modifica tanto che il “Porcellum” sembrava diventato un “Porcellinum”. L’unico passo avanti, per la verità molto positivo, è stato esterno: con l’Europa che ci ha tolto la squalifica. E il resto? Attendiamo lumi. Possibilmente a breve.