Tra tromboni e trombati, c’è pure Trombetta

CERTO, non ho nessuna nostalgia della mia esperienza parlamentare tanto che, sulle mie delusioni da deputato, ho scritto persino un libro. Ma oggi, che Montecitorio si apre in seduta comune, tra Camera, Senato e delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, ho un tantino di rammarico per non essere anche io lì. Questo […]

CERTO, non ho nessuna nostalgia della mia esperienza parlamentare tanto che, sulle mie delusioni da deputato, ho scritto persino un libro. Ma oggi, che Montecitorio si apre in seduta comune, tra Camera, Senato e delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, ho un tantino di rammarico per non essere anche io lì. Questo voto presidenziale mi manca, come dicevamo quando da ragazzini ci scambiavamo le figurine dei calciatori. In fin dei conti, da grande elettore (a prescindere, in questo caso, dal mio peso), avrei fatto la mia bella figura. Peccato. Non sarei stato, di sicuro, tra coloro che, almeno nelle prime votazioni, avrebbero scritto nomi a casaccio, come capitò in precedenti scrutini con gli immancabili parlamentari buontemponi. Accadde nell’85, quando Licio Gelli ottenne 4 preferenze. O nel ’92, con Sophia Loren che prese un voto, mentre un altro venne attribuito all’ “onorevole Trombetta” del famoso “sketch” di Totò. È vero che, tra recessione, disoccupazione e crisi politica, avremmo, tutti, bisogno di sorridere un po’, ma abbiamo pure le tasche piene di tromboni o trombati.