Tra miracolati e trombati

Ritorno a Roma – dopo alcuni mesi, ma sembra un’eternità – per presentare alla Camera il mio nuovo libro, un diario, un po’ amaro, di cinque anni di legislatura nella schiera dei “peones”. Incontro vecchi compagni di aula, qualche deputato trombato, alcuni funzionari di Montecitorio, forse strapagati, ma sempre molto professionali. Tutti mi guardano come […]

Ritorno a Roma – dopo alcuni mesi, ma sembra un’eternità – per presentare alla Camera il mio nuovo libro, un diario, un po’ amaro, di cinque anni di legislatura nella schiera dei “peones”. Incontro vecchi compagni di aula, qualche deputato trombato, alcuni funzionari di Montecitorio, forse strapagati, ma sempre molto professionali. Tutti mi guardano come un miracolato: beato te che non sei più onorevole, è il commento unanime. Scopro che non ho nessuna nostalgia del Transatlantico.

Molti mi confidano che il livello culturale e politico si è abbassato in modo quasi imbarazzante. Il calo è trasversale, generalizzato, quindi, non è solo colpa dei grillini, anche se non si capisce quale crimine abbiano commesso gli italiani per sorbirsi Crimi come capogruppo al Senato per tre mesi. Ma, in fondo, cosa hanno fatto gli altri di meglio? Mi resta un dubbio: visto che i miei ex colleghi si sono fatti in quattro per convincere il sottoscritto a non ricandidarsi, non capisco perché, vendendo la loro anima al diavolo, da veri masochisti, sono tornati in Parlamento: misteri della Casta.