Tra Milano e Bologna

Nelle ultime due settimane, a dispetto del cognome che ha, il commissario in Campidoglio, Francesco Paolo Tronca, è riuscito a riavviare il dialogo tra Roma e Milano interrotto da troppo tempo. Il fatto che l’ex prefetto ambrosiano, in vista del Giubileo, sia stato chiamato, dopo avere contribuito al successo dell’Expo, al capezzale all’ombra di San […]

Nelle ultime due settimane, a dispetto del cognome che ha, il commissario in Campidoglio, Francesco Paolo Tronca, è riuscito a riavviare il dialogo tra Roma e Milano interrotto da troppo tempo. Il fatto che l’ex prefetto ambrosiano, in vista del Giubileo, sia stato chiamato, dopo avere contribuito al successo dell’Expo, al capezzale all’ombra di San Pietro, poteva amplificare le polemiche sulla presunta superiorità della città della Madonnina che Raffaele Cantone è tornato a chiamare «capitale morale». In realtà non c’è nessun derby tra le due città, anche se Milano, negli ultimi tempi, ha avuto tanti scatti d’orgoglio e di senso civico che l’hanno proiettata verso un futuro più roseo.

Il discorso è più generale. Vediamo, infatti, cosa è successo domenica a Bologna. È vero che la manifestazione in piazza Maggiore, che ha sancito la santa alleanza tra Salvini e Berlusconi con l’aggiunta della Meloni, è andata a gonfie vele in una luminosa domenica dell’estate di San Martino, ma come la mettiamo con tutti gli incidenti innescati in periferia dagli antagonisti? Non è possibile che qualsiasi iniziativa politica, soprattutto se di centrodestra, debba essere corredata dal solito contorno di tafferugli, sabotaggi, feriti e fermati. Sembra quasi che qualunque voce fuori dal coro sia tabù. Nel capoluogo emiliano in particolare, Bologna “la rossa” è sembrata ancorata a vecchi riti e a parole obsolete che stridevano con le tante facce giovani che erano pacificamente in piazza.

È vero che gli antagonisti non scherzano neppure a Milano. Ma c’è una grande differenza tra quello che è successo nella metropoli lombarda il primo maggio e gli incidenti dell’altro ieri sotto le due Torri. All’indomani degli scontri nel giorno dell’inaugurazione dell’Expo, la città meneghina ha risposto in modo esemplare con un contro-corteo per le vie del centro e con tanti milanesi che si sono mobilitati per ripulire i muri della città imbrattati dai contestatori. Una reazione spontanea e compatta di Milano che proprio in quella occasione è tornata ad essere grande. Bologna ha, invece, incassato, un po’ superba, senza che, tranne qualche timida voce isolata, nessuno deprecasse quanto accaduto. All’indomani della domenica di fuoco, ecco la solita routine sotto le due Torri come se nulla fosse accaduto: tutto immobile e pietrificato nel tempo, tante ere geologiche fa.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net