Terrorismo e ripresa

C’È UN ASPETTO che, in questi giorni di confusione collettiva, viene trascurato: quale impatto avrà l’ondata di violenza nel mondo, per mano dei terroristi dell’Isis, sulla ripresa economica appena abbozzata? L’Occidente deve, infatti, mettere in conto un rallentamento congiunturale perché anche le imprese, oltre agli esseri umani, possono essere paralizzate dall’angoscia e dalla paura che […]

C’È UN ASPETTO che, in questi giorni di confusione collettiva, viene trascurato: quale impatto avrà l’ondata di violenza nel mondo, per mano dei terroristi dell’Isis, sulla ripresa economica appena abbozzata? L’Occidente deve, infatti, mettere in conto un rallentamento congiunturale perché anche le imprese, oltre agli esseri umani, possono essere paralizzate dall’angoscia e dalla paura che si avvertono ogni giorno di più intorno a noi. In tal senso, mi trovo più d’accordo con la preoccupata cautela espressa dal presidente della Bce, Mario Draghi, piuttosto che con l’ottimismo dimostrato dal commissario Ue agli affari economici e monetari, Pierre Moscovici. Sarebbe stato, ovviamente, diverso se il salto di qualità congiunturale si fosse già consolidato: in questo caso, il barometro avrebbe oscillato meno. Anche il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, che ho interpellato ieri, è piuttosto preoccupato: i riflessi maggiormente negativi si avvertiranno in Francia e in Belgio, ma se l’“escalation” terroristica non si dovesse fermare, le conseguenze sarebbero notevoli pure per il “made in Italy”, sulla scia di possibili contraccolpi negativi dei mercati finanziari.

Per quanto riguarda l’Italia, non è, però, ancora detto che davvero tutto precipiti di nuovo. A questo proposito, il presidente dell’ Abi, Antonio Patuelli, ricorda cosa è successo da noi nei mesi scorsi soprattutto sul fronte turistico: con la fibrillazione terroristica in Tunisia e in Egitto, molti connazionali e diversi stranieri hanno finito per tornare a scegliere i nostri lidi, ritenuti molto più sicuri rispetto al sud del Mediterraneo. A ridare slancio alla nostra congiuntura è stato anche l’Expo 2015 che ha finito per annullare tutti i timori della vigilia sulla sicurezza. Adesso, così come la grande “kermesse” di Milano, la cartina di tornasole diventerà dunque il prossimo avvio del Giubileo. Se, come tutti speriamo, non ci saranno problemi neppure all’ombra del Cupolone, potremo davvero tirare un sospiro di sollievo anche per quanto riguarda le conseguenze negative sull’economia della penisola. A questo punto, non c’è da sperare che in qualche miracolo all’ombra di San Pietro.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net