Tanti dubbi, ma basta che duri

ALCUNI LETTORI mi hanno espresso tutto il loro malcontento per la nomina dei 10 viceministri e dei 30 sottosegretari: sono troppi e inutili – dicono sdegnati -, è solo un modo di sistemare gli amici di partito o recuperare qualche trombato delle ultime elezioni, una sorta di ufficio di collocamento pagato dagli italiani. Personalmente, sono […]

ALCUNI LETTORI mi hanno espresso tutto il loro malcontento per la nomina dei 10 viceministri e dei 30 sottosegretari: sono troppi e inutili – dicono sdegnati -, è solo un modo di sistemare gli amici di partito o recuperare qualche trombato delle ultime elezioni, una sorta di ufficio di collocamento pagato dagli italiani. Personalmente, sono combattuto perché se è vero che molti dei quaranta sono dei resuscitati a tutti gli effetti nelle liste dei primi dei non eletti pescati dai vari partiti che compongono la maggioranza, resto convinto dell’in-dispensabilità dei sottosegretari nelle varie commissioni, il vero motore delle Camere. E, guardando all’elenco dei promossi, accanto alle tante cambiali passate oggi all’incasso, ci sono, comunque, anche persone competenti che fanno ben sperare in un reale cambio di marcia. Staremo a vedere. Nonostante tutto, mi auguro, quindi, che l’esecutivo Letta sia in grado di decollare e, incrociando le dita, riesca ad andare avanti almeno un po’. Come quella certa canzoncina, un governo duro che duri.