Tagli Rai? Al canone

Italia, paese di santi, poeti, navigatori ed evasori. In tanti non pagano le tasse e nessuno sembra impegnarsi per ridurre veramente le dimensioni del fenomeno. Prendiamo il caso dei tagli decisi dal governo su quel pachiderma che si chiama Rai. Per l’esattezza, sforbiciate da 150 milioni di euro che stanno provocando una specie di mobilitazione […]

Italia, paese di santi, poeti, navigatori ed evasori. In tanti non pagano le tasse e nessuno sembra impegnarsi per ridurre veramente le dimensioni del fenomeno. Prendiamo il caso dei tagli decisi dal governo su quel pachiderma che si chiama Rai. Per l’esattezza, sforbiciate da 150 milioni di euro che stanno provocando una specie di mobilitazione in Viale Mazzini. L’ha capito pure Renzi che, l’altra sera, ha ballato la mazurka a “Ballarò”, con il conduttore Giovanni Floris che l’ha accolto a muso duro. Capisco le spinte corporative, ma credo sia giusto ridurre le parcelle di molti dirigenti e di tanti conduttori tv. Trovo, però, anche un po’ assurda la polemica che è scoppiata attorno a quei tagli: gli addetti ai lavori, a cominciare dal premier, si stanno accapigliando per 150 milioni, quando la sola evasione del canone Rai raggiunge gli 800 milioni all’anno e nessuno fa niente per ridurla.

Qualche tempo fa ripresi una vecchia idea di agganciare il pagamento del canone alla bolletta elettrica, come già succede in altri paesi. Mi sembrava la scoperta dell’acqua calda: così si poteva pure ridurre notevolmente la somma da sborsare ogni dodici mesi, ma nessuno ha mai preso in considerazione quella proposta. Eppure, dal momento che la fattura della luce è poco evasa, si potrebbe quasi eliminare il buco del canone televisivo, che non è certo amato dagli italiani, ma finché verrà mantenuto, non può essere solo un “optional” per quei pochi che non fanno parte dell’esercito dei soliti furbi. A questo punto, caro Renzi, sarebbe molto meglio tagliare il canone, ma farlo pagare a tutti.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.it