Tagli al Parlamento, la solita ammuina

E POI DICONO che i giornali sono un po’ ripetitivi. Ma è colpa dei direttori dei quotidiani o di qualcun altro? L’ultimo esempio di telenovela: leggo che il Senato dovrebbe diventare la Camera della Regioni e che i membri a Palazzo Madama scenderebbero a 200, mentre a Montecitorio i deputati calerebbero a quota 400. Sarebbero, […]

E POI DICONO che i giornali sono un po’ ripetitivi. Ma è colpa dei direttori dei quotidiani o di qualcun altro? L’ultimo esempio di telenovela: leggo che il Senato dovrebbe diventare la Camera della Regioni e che i membri a Palazzo Madama scenderebbero a 200, mentre a Montecitorio i deputati calerebbero a quota 400. Sarebbero, queste, alcune delle novità contenute in una delle ultime versioni della bozza di riforma all’esame del Consiglio dei ministri.

SIAMO, insomma, all’ennesima riproposizione della solita litania perché sono, ormai, anni – così, come sta succedendo con l’abolizione delle Province – che, ad intervalli regolari, ci vengono propinate dal Palazzo le solite medicine taumaturgiche destinate, in modo altrettanto regolare, a finire in qualche oscura soffitta dell’aula sorda e grigia. Ormai, non ho più dubbi: ci troviamo di fronte a una specie di lavaggio del cervello degli italiani. Tanti effetti-annuncio che diventano i classici specchietti per le allodole. Un po’ di fumo, una certa dose di polverone, un pizzico di formule miracolistiche, tanto per confonderci le idee. E i giornali, almeno finora, si sono limitati soltanto a riportare le indiscrezioni o i comunicati provenienti dal mondo politico.

Vi ricordate di quella vecchia storiella dell’ammuina? Protagonisti i marinai schierati sulla nave borbonica che, per metter su il teatrino napoletano, venivano spostati chi a poppa, chi a prua, chi sopra, chi sotto, per, poi, tornare tutti al punto di partenza. L’importante, come sosteneva l’allenatore paraguagio Heriberto Herrera, è il “movimiento”: tutto cambia, per non cambiare niente.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net