Si vergogni Marino

UNO CHE di giornalismo se ne intendeva, Indro Montanelli, diceva sempre che bisogna prendere un po’ con le molle certi scoop perché, dietro di questi, ci può anche essere qualche strumentalizzazione. Ma ci sono scoop e scoop e il sottoscritto, come giornalista, avrebbe pubblicato, anche se non a scatola chiusa, la prima intervista in esclusiva […]

UNO CHE di giornalismo se ne intendeva, Indro Montanelli, diceva sempre che bisogna prendere un po’ con le molle certi scoop perché, dietro di questi, ci può anche essere qualche strumentalizzazione. Ma ci sono scoop e scoop e il sottoscritto, come giornalista, avrebbe pubblicato, anche se non a scatola chiusa, la prima intervista in esclusiva a due esponenti del clan Casamonica oggi al centro dell’attenzione di tutti i mass media. Anche Bruno Vespa ha ragionato allo stesso modo e ha, così, mandato in onda le loro testimonianze, un’intervista che non era, comunque, in ginocchio. Apriti cielo! Alcuni esponenti del Pd hanno gridato allo scandalo e hanno detto «vergogna» all’«orrendo spettacolo» trasmesso martedì sera. Resto piuttosto annichilito. Ma come? La vergogna, semmai, è stata quella commessa dalle autorità di pubblica sicurezza e avallata da altri esponenti dello stesso partito di maggioranza, a cominciare dalla giunta guidata dal sindaco di Roma, Ignazio Marino, che in agosto hanno finito per consentire, per dabbenaggine o altro, l’incredibile spettacolo dei funerali del capofamiglia, con tanto di elicottero che lanciava fiori dal cielo sul corteo funebre.

LA REAZIONE scandalizzata di ieri mi è sembrata quasi la tardiva ricerca della verginità perduta da parte del Partito democratico capitolino. Qualcuno ha anche rilevato come a ‘Porta a Porta’ non ci sia stato un contraddittorio adeguato per ribattere alle esternazioni di figlia e nipote del patriarca defunto. Ma, paradossalmente, il vero contraddittorio ai Casamonica sono stati gli stessi Casamonica: bastava sentirli parlare. Siamo un Paese davvero strano: coloro che prima hanno sbagliato sono poi pronti a cambiare le carte in tavola fomentando, magari, i colleghi del loro stesso partito, pronti a sollevare il polverone su un aspetto marginale rispetto alla vera vergogna. Credo che, alla fine, sia, comunque, preferibile il commento alla vicenda fatto da Guelfo Guelfi, nuovo consigliere d’amministrazione Rai ed ex spin-doctor di Matteo Renzi, che ha ricordato come un programma tv sia come un rotocalco in vendita in edicola: se a uno spettatore non piace una puntata di ‘Porta a Porta’, può sempre cambiare canale. Ma, aggiungo io, solo per una sera. giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net