CON IL PASSARE degli anni, m’accorgo sempre più come certi detti popolari siano calzanti.

Prendiamo il caso della frase “si vende come il pane” per dire che un determinato prodotto va a ruba: me ne sono ricordato proprio in questi giorni, con il coupon del “Giorno” che serve per acquistare la michetta con lo sconto. Come direttore del quotidiano, spero solo che quei milanesi, monzesi o legnanesi che comprano il giornale non lo facciano solo per il coupon ma per il “companatico”, cioè gli articoli veri e propri che stampiamo ogni giorno.

A proposito di crisi (e questa è l’altra sensazione del dopo-Pasqua), venerdì scorso, quando ho visto le interminabili code di automobili che, nonostante le pessime previsioni meteorologiche, lasciavano Milano e la Lombardia per strappare qualche spiraglio di sole nelle varie località d’Italia, sono rimasto un po’ interdetto. Così come ho seguito sbalordito le immagini, in tv, di Malpensa con i turisti dell’ultima ora che partivano per un lungo ponte all’estero, Pasqua, 25 Aprile e 1° Maggio compresi. Una vacanza che ha poco di sacro e molto di profano. Davvero un bel “filotto”, alla faccia della depressione imperante. Non so bene come interpretare questi segnali: le cose stanno andando meglio, almeno per un bel numero di italiani o tutti cominciano a spendere il bonus di Renzi, prima ancora che sia arrivato?

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