Sei falca o colomba?

AI MIEI TEMPI, quando ero bambino, si combatteva la battaglia navale. Sparavi tante cannonate, naturalmente tutte a salve. Se l’avversario colpiva una mia corazzata o una portaerei, dicevo, a malincuore, “buum!” che dava l’idea della bomba messa a segno. Se il tiro faceva cilecca, gridavo “pluuf!”: il proiettile era finito in acqua ed ero salvo. Oggi  […]

AI MIEI TEMPI, quando ero bambino, si combatteva la battaglia navale. Sparavi tante cannonate, naturalmente tutte a salve. Se l’avversario colpiva una mia corazzata o una portaerei, dicevo, a malincuore, “buum!” che dava l’idea della bomba messa a segno. Se il tiro faceva cilecca, gridavo “pluuf!”: il proiettile era finito in acqua ed ero salvo. Oggi  quel gioco, con tutte le infantili interpretazioni lessicali, è sparito dalla circolazione, ma, in compenso, è esplosa la battaglia ornitologica tra le colombe e i falchi all’interno del Pdl.

Basta leggere i quotidiani di questi giorni: c’è chi vuole evitare la crisi di governo, nonostante il caso-Berlusconi e c’è chi, invece, insiste per far rotolare la testa di Enrico Letta giù dal castello, se non si trovano rimedi alla sentenza della Cassazione sul Cavaliere. Soprattutto dopo il vertice di Arcore, è tutto un vociare di ministri, ex-ministri e parlamentari del centro-destra che cercano di trovare una collocazione, vantaggiosa, tra uno schieramento e l’altro. Con esternazioni anche a sorpresa. È il caso di Stefania Prestigiacomo, la migliore compagna di banco che ho avuto nei miei cinque anni alla Camera.

Nell’assordante silenzio seguito alla mia uscita, è  stata l’unica che, tra i deputati, abbia avuto la sensibilità di telefonarmi per un saluto dopo la decisione del sottoscritto di non ricandidarsi e di tornare, a tempo pieno, al vecchio mestiere di giornalista. Quando ho visto la Prestigiacomo schierata assieme alla Santanché e alla Biancofiore, mi sono molto stupito e ho spedito alla parlamentare siciliana un lapidario sms: “Sei falca?”. La  risposta è stata: “Non vorrei che Berl facesse la fine di Craxi”. Un’opinione anche condivisibile, cara Stefania, ma il punto è un altro: in caso di crisi di governo, chi si preoccupa della fine che faranno gli italiani?