OGGI RENZI sembra quella gatta che va tanto al lardo per poi rimetterci lo zampino. Le mosse degli ultimi mesi del segretario del Pd parevano finalizzate a un ricambio rapido della poltrona di Palazzo Chigi, con lui al posto di Letta. Ma ora che l’operazione di avvicinamento alla premiership potrebbe concretizzarsi, ecco che il giovane Matteo sembra tirarsi indietro. È un conto, infatti, essere legittimato dal voto popolare altro essere direttamente designato dal Quirinale. Non so se il sindaco di Firenze sia anche un po’ superstizioso, ma io starei alla larga da una designazione dall’alto di Napolitano. Sappiamo cosa sia successo agli ultimi due governi, quello di Monti e, appunto, quello di Letta: entrambi sono stati indicati, direttamente dal Colle, entrambi hanno avuto vita grama. Non saranno stati “un capriccio” del Capo dello Stato, come Re Giorgio ha detto a Strasburgo, ma poco ci manca e il sindaco di Firenze preferirebbe evitare il “non c’è due senza tre”.

È VERO che, non più tardi di ieri, il premier in carica si è dichiarato in grado di rilanciare l’azione di governo, a dire il vero con parole piuttosto vaghe, ma la situazione appare fortemente deteriorata, tanto da sfuggire dalle mani di Letta e dello stesso Renzi. Anche se molti osservatori hanno sottolineato la determinazione di Napolitano di blindare l’esecutivo in carica, tale blindatura appare, in realtà, all’acqua di rose tanto che quasi tutti i politologi ora escludono la possibilità di un Letta-bis. E, volente o nolente, il sindaco di Firenze entrerebbe subito in pista.

MI CHIEDO, cosa sia opportuno per l’Italia: andare avanti ad oltranza con Enrico o rimpiazzarlo con Matteo senza attendere i tempi tecnici delle elezioni? Credo che abbia fatto bene il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, a dare gli otto giorni all’esecutivo. In una situazione di emergenza economica così prolungata, con tanti provvedimenti coraggiosi da prendere senza indugi, il Paese non è in grado di attendere troppo, con un governo che si sta logorando sempre di più. Già troppe volte, in meno di un anno, il premier ha preannunciato un cambio di marcia che, poi, non c’è stato: il tempo è scaduto. Meglio rompere gli indugi ed accelerare il ricambio: vedremo, allora, se Renzi saprà realmente passare dalla teoria alla pratica, dopo i tanti proclami e gli infiniti annunci. A ben vedere, nonostante i ragionamenti che ho fatto, la sostituzione in corsa potrebbe rivelarsi conveniente per il segretario, perché, con la spaccatura del Pd in atto e con i tempi che corrono, non è affatto esclusa una vittoria del centro-destra alle prossime elezioni. Anzi.

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