Quando l’economia fa aggio sui diritti umani

È tornato Pino Arlacchi: l’europarlamentare eletto in quota Di Pietro ha difeso a Bruxelles il regime degli azeri, storici nemici degli armeni. Preso di mira dalla stampa internazionale, l’ex commissario Onu ha sostenuto che l’ha fatto per difendere gli interessi italiani in Azerbaijan. Del resto, in passato, abbiamo anche aperto le porte alla Turchia di […]

È tornato Pino Arlacchi: l’europarlamentare eletto in quota Di Pietro ha difeso a Bruxelles il regime degli azeri, storici nemici degli armeni. Preso di mira dalla stampa internazionale, l’ex commissario Onu ha sostenuto che l’ha fatto per difendere gli interessi italiani in Azerbaijan. Del resto, in passato, abbiamo anche aperto le porte alla Turchia di Erdogan che negava l’esistenza del genocidio armeno. Lei che l’anno scorso ha intervistato il presidente armeno, che pensa di tutto questo?

Gianni Carli, Milano

Dopo un lungo letargo, Pino Arlacchi si è rifatto vivo e credo l’abbia fatto nel peggiore dei modi. Con l’Azerbaijan è successo quanto è capitato, nella scorsa primavera, con il Kazakistan. Sapete tutti come è andata: per salvaguardare i nostri interessi economici (leggi petrolio) dalla parte di Astana, abbiamo consentito l’estradizione della moglie di un dissidente kazako. Con gli azeri è accaduta la stessa cosa: anche in questo caso, ci siamo turati il naso per salvaguardare i nostri accordi sull’oro nero già abbondantemente difesi, in agosto, dal premier Enrico Letta, al centro di una visita di Stato da quelle parti. Succede sempre così: siamo sempre pronti a mettere da parte i diritti umani quando c’è di mezzo l’economia. Del resto, in passato abbiamo anche aperto le porte alla Turchia di Erdogan che negava l’esistenza del genocidio armeno. Ogni volta ci scandalizziamo, ma, puntualmente, ricaschiamo negli stessi errori.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net