MI CAPITA, spesso, in tempi così grami, d’immaginare cosa avrebbe detto Indro Montanelli di fronte a fatti  sorprendenti dei nostri giorni. In molti casi, non sono certo di indovinare il suo pensiero, così mi vengono  in mente frasi del vecchio Cilindro che, per me, sono illuminanti. Ad esempio, cosa avrebbe scritto il grande Direttore dopo l’esemplare condanna di Berlusconi nel caso Ruby? Forse l’avrebbe difeso. Ricordo, infatti, cosa confessò a Giancarlo Aneri, quello degli spumanti, e al sottoscritto un giorno che lo stavamo accompagnando a Treviso, a casa di Luciano Benetton, per convincerlo a finanziare il lancio della “Voce”, dopo il divorzio del toscanaccio dal “Giornale”. Era una sera invernale e la nebbia che ci circondava favoriva le confidenze. «Un giorno Berlusconi verrà abbandonato dai suoi ignavi cortigiani e io, se sarò ancorà vivo, l’aiuterò», ci disse. Probabilmente, l’avrebbe fatto davvero, considerando anche una sua certa indulgenza per tutti i peccati d’alcova. E, in quello stesso viaggio, ebbi una conferma indiretta. A un certo punto (Montanelli aveva, allora, 85 anni),   gli chiesi a bruciapelo: «Direttore, lei come vive, adesso che ha raggiunto la pace dei sensi?». Lui mi fulminò con un’occhiata di fuoco che non ho più dimenticato, sbottando: «Bischero, sta zitto, pensa per te!». Per due giorni non ho più detto una parola.

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