UN AMICO DEL “GIORNO” di Varese, Enzo Bernasconi, mi scrive facendomi notare come l’Isis avanzi impetuosamente  tra decapitazioni, affogamenti e tiri al bersaglio, mentre noi facciamo quasi finta di niente e magari ci accaloriamo per fatti  molto meno gravi. Enzo ha ragione, perché l’emergenza del terrorismo islamico è molto sottovalutata in Italia, come fosse un problema che non ci tocca, tanto distante da noi. Guardiamo le  agghiaccianti foto delle esecuzioni sommarie distrattamente, pensando ad altro. Eppure le immagini pubblicate ieri da alcuni quotidiani sono un pugno allo stomaco: in una cinque prigionieri, con la solita tuta arancione, sono dentro una gabbia immersa per metà in uno stagno. I volti delle vittime sono indifferenti e rassegnati, come se, ritratti poco prima di essere sommersi e di  morire annegati, facessero un bagno per combattere il caldo che fa.  E che dire  di quegli ostaggi allineati in ginocchio, con il collo stretto dalla miccia di un esplosivo che, da lì a qualche istante, salteranno per aria?  E di quell’auto colpita da un bazooka? Chiusi dentro alla vettura in fiamme  i nemici degli jihadisti bruciano, cancellando ogni speranza di pietà. Non possiamo restare indifferenti  e non possiamo  neppure continuare ad essere spettatori inerti di uno “show” così agghiacciante. Ecco perché  i giornali non dovrebbero più pubblicare simili foto diventando una cassa di risonanza, sia pure indiretta, delle efferatezze perpetrate dall’Isis. Prima che sia troppo tardi. [email protected]